15 maggio 2009

Buona notizia sugli effetti della mozione contro la chiusura della sede del Formez di Cagliari


Una buona notizia. Sugli effetti della mozione contro la chiusura della sede del Formez di Cagliari approvata dal Consiglio comunale con primi firmatari Marco Espa e Claudio Tumatis

Il Formez di Cagliari ha inviato ai Consiglieri comunali di Cagliari una lettera per informarli che, di concerto con il Dipartimento della Funzione Pubblica, la nuova Direzione Generale del Formez ha sottoscritto un impegno per la Sede di Cagliari fino al 31 dicembre 2014, scongiurando così la paventata chiusura già annunciata alla stampa dal Ministro Brunetta.

“Sono felice ” dichiara Marco Espa, consigliere regionale e comunale del PD e primo firmatario, insieme a Claudio Tumatis, della mozione unitaria contro la chiusura del Formez di Cagliari “che l’istanza del Consiglio comunale di Cagliari al Ministro della Pubblica amministrazione e dell’Innovazione abbia avuto un ruolo positivo nel definire le scelte del Governo”.

“La chiusura del Formez sarebbe stata un evento disastroso per tutta la Sardegna” conclude Espa “invece il nostro intervento unitario di tutto il Consiglio ha mostrato la volontà della prima istituzione cittadina: che la sede Formez di Cagliari, vera antenna formativa di eccellenza, possa continuare a svolgere il suo ruolo fondamentale nella consulenza, assistenza e fornitura di servizi alle principali Amministrazioni sarde ,ad esportare in altre nazioni del mediterraneo buone prassi nelle procedure e, altro elemento importantissimo, che sia garantito il lavoro a 21 dipendenti, a oltre 40 collaboratori, tutti qualificati e con un’alta professionalità, e ad almeno 5 imprese di servizio impegnate nella gestione e funzionamento della sede”.

Cagliari 14 maggio 2009

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14 maggio 2009

Cagliari - Lavoro vero dentro il carcere: prima volta

Carlo Tedde, presidente di Confcooperative, ha voluto fortemente questo progetto imprenditoriale, superando tutte le difficoltà. Complimenti, una buona prassi da copiare!
Marco Espa
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Istituto minorile di Quartucciu inaugura il progetto sperimentale nazionale Mitico

Finora nei centri per i minori solo laboratori «pur ottimi» che devono far passare il tempo

La nuova Sardegna giovedi 14 maggio 2009
di Alessandra Sallemi
CAGLIARI. Per tre anni ci hanno creduto tutti i giorni alla bontà della rivoluzione di far lavorare sul serio i ragazzi detenuti nel carcere minorile di Quartucciu: con stipendio, orari, regole e la qualità del servizio da rendere al committente vero, privato, un bilancio da far quadrare. L’istituto di Quartucciu ha cercato una soluzione per i ragazzi non più minori ma non ancora adulti mentre il ministero elaborava il «Progetto Mitico». Ieri a Quartucciu il progetto nazionale è stato avviato ufficialmente con la prima attività: lavanderia industriale messa su da Confcooperative e consorzio Solidarietà.
Al lavoro ci sarà un solo ragazzo sardo, gli altri sono extracomunitari come quasi tutti i 18 ospiti di Quartucciu. «Mitico» è l’acronimo di «misure trattamentali inserimento e creazione occupazione»: un progetto pilota impegnativo varato dal dipartimento giustizia minorile grazie a una entusiasta rete di esperti esterni e soprattutto con l’indispensabile collaborazione degli agenti di polizia penitenziaria davvero protagonisti dell’operazione perché la lavanderia è stata costruita dentro l’istituto, a spese di una cella. Ogni giorno arriveranno pacchi di biancheria da lavare inviata dalla Nivea spa e, nei tempi stabiliti, i pezzi dovranno essere riconsegnati. La novità del progetto sta nella produzione di un lavoro vero e con un partner che è un imprenditore classico (il leader nell’isola della lavanderia industriale, Martino Ferraguti, modenese ormai sardo): come ha efficacemente spiegato il direttore del centro di giustizia minorile di Firenze, Giuseppe Centomani, finora nelle carceri dei minori hanno funzionato i laboratori anche ottimi di apprendistato, dove si «imparavano cose che raramente, dopo il carcere, fruttavano loro un lavoro». «Era un modo per far passare il tempo, dove le attività venivano condizionate dalle necessità della vita carceraria. Qui, invece, c’è un cambiamento del paradigma: la lavanderia dovrà funzionare secondo logica industriale e rispondere alle esigenze del committente. Lavorare sviluppa una competenza psico-sociale: ci sono le visite sanitarie da fare, bisogna chiedere un libretto del lavoro, c’è un contratto nazionale di lavoro da conoscere». Insomma, le attività non sono più «di cartone» e il progetto è così importante che Wilma Mazzecco di Welfare Italia, rete «specializzata nel creare network sociali di alta qualità», ieri ha spiegato di «aver già in agenda incontri coi ministri della giustizia Alfano e del lavoro Sacconi per aggiustare le norme al fine di sostenere questi detenuti una volta usciti dal carcere: perché possano continuare a lavorare».
L’«evento nazionale» dell’avvio del Progetto Mitico si è tenuto ieri nell’aula magna dell’istituto con gli autori materiali dell’operazione: tanti e tutti fondamentali. Regista della mattinata è stato Sandro Marilotti, direttore del centro per la giustizia minorile della Sardegna: «Per la prima volta l’impresa entra in un carcere minorile e il dipartimento ha voluto che l’inaugurazione del Progetto Mitico si tenesse qui a Quartucciu». Carlo Tedde è il presidente del consorzio Solidarietà e presidente provinciale di Confcooperative (il cui direttore è Virginio Condello): le due entità che «tutti i giorni per tre anni - come ha sottolineato Jhonny Dotti di Welfare Italia - hanno lavorato per raggiungere questo risultato». Marilotti ha fatto un elenco: i soldi per i locali dentro il carcere li ha messi il ministero della giustizia, le apparecchiature sono state comprate con un contributo (robusto) della Fondazione Banco di Sardegna, un altro sponsor generoso è stato il comune di Quartucciu. Il sindaco Pier Paolo Fois: «Nel 1993-94 feci volontariato qui nell’istituto, mi sono convinto della necessità di dare strumenti ai ragazzi perché la permanenza qui fosse una crescita e non una decrescita. Così il comune ha stabilito un rapporto di collaborazione costante con questa struttura». Il saluto del dipartimento della giustizia minorile sono stati portati da Rosalia Di Chiara: «Noi siamo stati altalenanti nel dire sì a questo progetto e l’iter è stato farraginoso, ma voi avete fatto miracoli: è di grande impatto consegnare ai ragazzi una forza professionale spendibile nel mondo del lavoro». Paola De Cesari di Luoghi per Crescere, altra formazione sociale nazionale: «Sono emozionata, dare corpo a tanti luoghi dove crescere in un carcere è una sfida nella sfida di creare questi posti. Ed è importante sottolineare l’assunzione del rischio: da parte dei ragazzi di riuscire, da parte dell’imprenditore di credere in noi». Carlo Tedde ha voluto ringraziare Ferraguti: «Coraggioso a credere di potersi affiancare a un progetto sociale». Il direttore del carcere Giuseppe Zoccheddu: «La realizzazione della lavanderia che partirà da lunedì è l’esempio di come può funzionare bene una buona sinergia. Abbiamo tre laboratori: pelletteria, falegnameria e giardinaggio-erbe officinali, speriamo di farli diventare lavoro». I ragazzi lasceranno il carcere, la lavanderia però funzionerà sempre: con altri ragazzi o con giovani del consorzio Solidarietà. L’ex procuratore dei minori Angioni ha elogiato l’iniziativa, così l’ex presidente del tribunale Ferrero e l’arcivescovo monsignor Mani, che ha tagliato il nastro inaugurale.
Un ufficiale dei carabinieri aveva pensato di prendere la parola: per dire che anche i «cattivi», i rappresentanti delle forze dell’ordine che portano qui i ragazzi, credono davvero nel lavoro come via maestra verso la crescita e credono nel «valore rieducativo delle misure alternative al carcere».

9 maggio 2009

ESPA (PD) SU FINANZIARIA E ALLUVIONE: “ BUONE NOTIZIE PER GLI ABITANTI DI CAPOTERRA, PIRRI MONSERRATO E DELLE ZONE ALLUVIONATE DI TUTTA LA SARDEGNA”

Approvata la legge finanziaria 2009 che ha visto, all'interno del suo articolato, due importanti emendamenti per complessivi 31 milioni di euro (uno della giunta regionale, votato dall'opposizione e inerente la messa in sicurezza del territorio e l'altro dell'opposizione, con primo firmatario Marco Espa che prevede risorse aggiuntive per gli indennizzi alle persone colpite), si sblocccano immediatamente i meccanismi per i rimborsi ai privati cittadini. L'assessore La Spisa, in risposta a Marco Espa ha annunciato lo sblocco dei rimborsi con la spendita immediata di 56 milioni di euro per indennizzare i cittadini di tutti i comuni della Sardegna con danni ai beni immobili, il ristoro per i cittadini che non avevano ancora avuto il contrubuto per i beni mobili di prima necessità e un primo acconto ai comuni per le spese sostenute.


“E' una buona notizia - dichiara Marco Espa - abbiamo solo fatto il nostro dovere verso i cittadini, un impegno unitario di tutto il Consiglio, come abbiamo già detto i rimborsi ai danni subiti dai cittadini non hanno colore politico, siamo orgogliosi come opposizione di aver dato il nostro tenace contributo perchè il comissario straordinario per l'alluvione avesse le somme a disposizione per soddisfare coloro che oramai si erano indebitati nel ripristinare le loro case e che aspettano con ansia le risorse, a partire dai cittadini di Capoterra..


Riteniamo significativa anche il nostro emendamento approvato dal consiglio sulla velocizzazione dei lavori di ripristino che potranno essere effettuati 24 ore su 24.


Ora Cappellacci proceda con velocità nei pagamenti, come aveva fatto il suo predecessore Soru. Noi vigileremo su questo, niente intoppi burocratici.


Ora possiamo pensare adesso a reperire le risorse per finanziare il disegno di legge da me presentato insieme all'ex assessore all'urbanistica Gianvalerio Sanna e al consigliere Porcu sulla definitiva messa in sicurezza del bacino del rio san Girolamo, che interessa la sicurezza di 10mila persone che non possono ovviamente essere delocalizzate. “(se vuoi leggere il disegno di legge clicca qui)


Dopo la finanziaria di ieri, le somme per gli interventi post alluvione sono state garantite per quasi 100 milioni di euro dalla Regione; solo per 7 milioni dallo Stato centrale, ciò pare incredibile. La proporzione dovrebbe essere inversa. Berlusconi dona 150 milioni di euro a Catania per risanare i suoi debiti mentre il Rio san Girolamo, se non messo subito in sicurezza , in autunno rischia di creare nuovi grandi disastri.

Il presidente della Regione alzi la voce in difesa di tutti i sardi, noi Consiglio insieme ai parlamentari sardi prepariamo un disegno di legge nazionale per avere giustizia e ottenere risorse che mettano in sicurezza le zone più pericolose del nostro territorio scempiato da amministratori che non hanno saputo dire di no alla richiesta di lottizzazioni..


Marco Espa

Consigliere Regionale della Sardegna

PD - Partito Democratico

8 maggio 2009

Sta accadendo qualcosa di grave in Italia

E’ questo il motivo che ha spinto i deputati del PD ad incontrare i promotori della Campagna nazionale contro il razzismo, l’indifferenza e la paura dell’altro. Alla Camera è stata posta l’ennesima fiducia: stavolta sul decreto legge Disposizioni in materia di sicurezza pubblica: quello che definisce il reato di clandestinità, l’obbligo di denuncia da parte di pubblici funzionari (dunque anche medici o presidi), la conseguente espulsione la cui decisione spetta ai ‘giudici di pace’ finora rivolti alle nostre tristi, ma ordinarie, querelle quotidiane; quello che rende più stringenti i requisiti per l’ottenimento della cittadinanza a seguito di matrimonio, per i ricongiungimenti familiari e per le rimesse in patria; quello dell’ “Accordo di integrazione” (integrare significa “inserire in un contesto già definito”, non una conoscenza reciproca) per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno con un sistema di crediti non ancora precisati; quello del registro nazionale delle persone che non hanno fissa dimora, della riduzione da un anno a sei mesi dopo la scadenza del permesso di soggiorno per la cancellazione dall’anagrafe; quello del prolungamento della permanenza fino a sei mesi nei CPT; quello dei 200 euro per la concessione della cittadinanza, oltre ai 70 euro attuali per le sperse relative al rilascio del permesso di soggiorno. Quello delle ronde. Il PD ha preso l’impegno di una mobilitazione per contrastare questo razzismo crescente e per farlo non solo dentro il Parlamento, ma innanzitutto dentro e insieme alla società, dicendo cosa c’è da dire senza calcoli di consens o. Abbiamo cominciato a farlo. Come per esempio nei quattro editoriali ("la colpa di esistere", "forti coi deboli", "vietato ai minori", "casa, dolce casa") di Andrea Sarubbi che vi invito a leggere. Dall’incontro con i promotori della campagna contro il razzismo, emergeva che la crisi economica e la perdita di posti di lavoro ci inducono a dire “beh, poveretti gli immigrati quando sarà passata la crisi andrà di nuovo meglio anche per loro”, che insomma almeno un po’ di indifferenza alberga dentro ciascuno di noi. E che quindi ciascuno di noi deve reagire. Questa terribile crisi - che no, non è solo psicologica, come il Presidente del Consiglio va dicendo, ma è anzi reale e mette in evidenza chi è povero non se la caverà da solo e chi, al con trario, è ricco ne uscirà senza fatica - questa crisi non ci deve lasciare più poveri nell’anima. Sarà stata una crisi utile se da essa ne usciremo migliori, avendo cambiato i paradigmi dell’economia e della finanza, ma anche avendo fatto nuove scelte di vita mettendo al primo posto i valori portanti, adottando stili di consumo che non siano di danno ad altri, agendo con giustizia (che significa anche avere comportamenti di legalità), condividendo quanto abbiamo: beni, idee, tempo, spazi e tanto altro per costruire una vera comunità. Reagire, insomma, al clima generale di soffusa intolleranza che ci avvolge soporiferamente, subdolamente, quasi senza che ce ne accorgiamo. A Roma, in quartiere bene della Capitale, sono stata testimone di un atto di violenza impensabile da parte di adolescenti italiani verso una donna, solo per il fatto che era rumena. Queste manifestazioni violente sempre più frequenti da parte di gi ovanissimi verso chiunque considerino “diverso” vengono sollecitate da questo clima. Anche perchè quando i giovani si lasciano andare a comportamenti negativi di gruppo, non hanno davanti a loro alcun freno che finora arrivava da valori di convivenza condivisi e dall’esempio e dalla voce della società adulta che per decenni si è adoperata a costruire una pacifica convivenza nel Paese ed ha fermamente condannato ogni violenza. Per questo, presenterò un ordine del giorno in Aula che chieda al Governo di avviare una campagna rivolta ai bambini e agli adolescenti che – in modo intelligente e vicino al linguaggio delle nuova generazioni - condanni ogni forma di razzismo, qualsiasi espressione di intolleranza, qualunque manifestazione di prepotenza e sopraffazione e affermi, al contrario, valori importanti quali: esperienze positive di aggregazione, l’accoglienza ai più deboli, la scelta della non violenza, val ori che invertano la preoccupante tendenza ad imitare gli eroi negativi o dei ‘duri intolleranti’ e siano via via in grado di veicolare modelli positivi. Questa campagna costituirà una sfida e una verifica anche per noi adulti. E scrivo questa newsletter non solo per mettervene al corrente, ma per rinnovare con voi l’impegno ad essere costruttori – costi quello che costi – di una società in cui siamo tutti uguali, membri dell’unica famiglia umana.

Letizia de Torre - Parlamentare del PD