28 settembre 2009

oggi la Nuova Sardegna - Scuola, i disabili sempre più in difficoltà

LUNEDÌ, 28 SETTEMBRE 2009
 
la Nuova Sardegna
Pagina 18 - Nazionale
 
Domani dibattito in consiglio comunale sulla situazione dell'istruzione e sui tagli all'organico di docenti e ausiliari
 
Scuola, i disabili sempre più in difficoltà
 
Un ordine del giorno del centrosinistra chiede un intervento presso la Regione
 
 
 
Piero Fassino in visita agli occupanti del provveditorato
 


 CAGLIARI. I precari della scuola saranno in consiglio comunale per la fine del dibattito e la votazione dell'ordine del giorno sulla situazione dell'istruzione in città, che si svolgerà domani. Intanto l'occupazione dell'ufficio scolastico provinciale continua.
 L'altro ieri nell'ufficio scolastico c'è stata la visita di Piero Fassino (già segretario nazionale del Pd) che, accompagnato dai consiglieri regionali Francesca Barracciu e Marco Espa, si è fermato a discutere con gli occupanti. Il parlamentare del Pd ha sottolineato l'importanza della battaglia per la difesa della qualità dell'istruzione e ha solidarizzato coi precari della scuola. Nell'ordine del giorno presentato dal centrosinistra (Espa primo firmatario) si denuncia tra le altre cose come «molte scuole potrebbero scomparire». Inoltre vi sono circa cinquecento insegnanti soprannumerari, tra cui molti di Cagliari, «che saranno costretti improvvisamente (e già lo stanno facendo - ndr) a cambiare sede di servizio peggiorando le loro condizioni di lavoro e di vita, con maggiori costi da sostenere». In più la «riduzione del tempo pieno (voluto dal ministro), oltre alla perdita delle opportunità di lavoro per gli insegnanti precari, rischia di determinare un preoccupante deterioramento della qualità della scuola, con grave minaccia per i diritti essenziali dell'istruzione pubblica, con particolare riferimento per i disabili», che si trovano in situazioni disastrose. Un quadro grave, che colpisce Cagliari creando disagi a raggera visto l'alto numero di pendolari che la città ospita nelle sue scuole. Per tutti questi motivi viene chiesto che l'assemblea comunale sostenga la lotta degli insegnanti precari. E domandi alla Regione di eliminare il patto Baire-Gelmini, «che penalizza fortemente Cagliari e tutta l'isola», e di riaprire una vertenza col governo nazionale. (r.p.)

26 settembre 2009

Comunicato stampa: ESPA (PD): Alluvione, ci vuole un piano SALVA casa


Mentre in Consiglio Regionale prosegue la discussione sul piano casa, le pioggie cadute ieri hanno di nuovo messo in crisi il territorio di Capoterra , in particolare le zone gia duramente colpite dall'alluvione 2008

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"E' piovuto relativamente poco - dichiara Marco Espa - e il nostro territorio è andato nuovamente in crisi: Frutti d'oro, su Loi, su Spantu, Rio san Girolamo. Mentre in Consiglio regionale si discute del piano casa (che nulla dice sul dissesto irogeologico), Capoterra ha bisogno di discutere di una legge SALVA case, per salvare le case di chi le ha già, e la vita dei 10 mila residenti da possibili nuove alluvioni.
Urge la discussione del nostro progetto di legge tutto relativo non a contributi ma alla definitiva messa in sicurezza del territorio, presentato ad aprile e che ancora giace in consiglio regionale. E' urgente discuterlo, la gente ha paura, sa che non ci sono risorse per la messa in sicurezza definitiva del territorio. L'unico strumento è l'urgente discussione del progetto di legge che prevede stanziamenti per 40 milioni di euro e che sarà sicuramente provvidenziale per finanziare lo studio per la sicurezza del territorio che presto sarà consegnato agli organi regionali.
Serve inoltre che ci sia la proroga dei poteri al commissario straordinario per l'alluvione, attualmente Ugo Cappellacci, in corso di scadenza. Bisogna risanare oltre a Capoterra , zona a rischio per eccellenza, tutto il bacino del Cagliaritano, Pirri, Monserrato, Assemini, cosi densamente abitato. Ci servono anche risorse dallo Stato che ricordo, fino ad oggi ci ha concesso incredibilmente solo 6 milioni di euro."

Qui sotto il progetto di legge

PROPOSTA DI LEGGE N. 6

presentata dai Consiglieri regionali

ESPA - SANNA Gian Valerio - PORCU

il 2 aprile 2009

Interventi strutturali per la messa in sicurezza dell'area interessata dagli eventi alluvionali nel Comune di Capoterra



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RELAZIONE DEI PROPONENTI

La presente proposta di legge intende colmare un vuoto normativo in materia di urgenti interventi strutturali per la messa in sicurezza delle aree interessate agli eventi alluvionali nel Comune di Capoterra.

In questo momento, dopo l'immediata azione pubblica di ristoro dei danni subiti dai privati, bonifica e primo ripristino delle aree interessate, rimane estremamente urgente la definitiva messa in sicurezza del bacino idreogeologico del Rio San Girolamo onde poter dare nuova serenità, oggi mancante, alla popolazione del territorio a rischio che si può stimare intorno alle 20.000 persone.

Capoterra è un territorio che, in particolare negli ultimi 50 anni, ha visto fenomeni di vasta antropizzazione: ricordiamo un solo dato significativo, la superficie occupata dall'edificato interno del bacino del Rio San Girolamo è passata da 10,29 ettari del 1960 a 278,22 del 2006 con un aumento di più del 2.500 per cento in così pochi anni.

Oggi si manifesta la necessità di dare seguito con estrema urgenza, sulla base degli studi nel frattempo portati avanti dalle strutture della Regione e in corso di realizzazione, a tutti quegli interventi di messa in sicurezza di lungo periodo, di sistemazione idraulica ed idrogeologica dell'area che resta, sotto il profilo generale, ancora vulnerabile ed a rischio. Manca, peraltro, un piano di protezione civile in grado di riportare le popolazioni insediate a livelli accettabili di qualità della vita in rapporto al rischio.

L'articolo 2 prevede a tal fine la redazione di un Piano straordinario di interventi infrastrutturali in grado di risolvere in via definitiva, e per le condizioni oggettive dei luoghi, le condizioni di rischio mediante la previsione di opere idrauliche, urbanistiche ed architettoniche adeguate. In particolare, per ridare sicurezza e serenità alla vita quotidiana della popolazione sono previsti, al comma 3 dell'articolo 2, interventi di informazione costante, attraverso tecnologie che prevedano l'uso della messaggistica istantanea (sms) e tutti i sistemi atti a tenere aggiornati i cittadini dell'evoluzione degli eventi climatici considerati a rischio.

L'articolo 3 prevede, infine, una dotazione finanziaria straordinaria al Comune di Capoterra per il ripristino ambientale, le opere viarie ed i servizi generali necessari alla ricostruzione urbanistica degli insediamenti investiti dall'alluvione e densamente abitati, comprese le infrastrutture dei condomini delle località colpite, danneggiate non solo dall'alluvione, ma anche dall'uso necessario dei mezzi pesanti di soccorso. Propone inoltre la costituzione del "Parco fluviale San Girolamo" al fine di ridare vivibilità al territorio e agli di una zona così duramente colpita.

Le procedure previste nella presente proposta di legge sono in gran parte in capo al commissario delegato per l'alluvione e vengono approvate dall'Autorità di bacino regionale.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Finalità e oggetto della legge

1. La Regione Sardegna, per far fronte all'evento eccezionale del 22 ottobre 2008 che ha interessato il territorio di Capoterra, predispone un Piano straordinario di interventi, nelle aree ricadenti nel bacino idrografico del Rio San Girolamo, in cui sono ricompresi interventi di messa in sicurezza, sistemazione e riassetto idrogeologico ed interventi di edilizia residenziale per le abitazioni da delocalizzare. Predispone, altresì, un piano di protezione civile per l'intero territorio del Comune di Capoterra, che individua le modalità di allarme ed evacuazione della popolazione nei casi di situazioni di emergenza.

 

Art. 2
Natura degli interventi

1. Il Piano straordinario di interventi predisposto dal Commissario delegato per l'alluvione sulla base degli studi già a disposizione dell'Amministrazione regionale e di quelli in via di acquisizione, avviati dopo l'evento del 22 ottobre 2008, è approvato dal Comitato istituzionale dell'Autorità di bacino unico regionale e prevede gli interventi in deroga alle norme vigenti.

2. Il Piano straordinario individua gli interventi di riassetto idrogeologico e le abitazioni ricadenti in aree a rischio per cui si rende necessaria l'eventuale delocalizzazione. Gli interventi di riassetto idrogeologico ricompresi nel Piano sono approvati e realizzati con procedure di urgenza. Per la delocalizzazione delle abitazioni la Regione, anche attraverso il recupero di risorse finanziarie nazionali e comunitarie, si fa carico del 100 per cento degli oneri incidenti sui privati.

3. Il Servizio di Protezione Civile entro un mese dalla entrata in vigore della presente legge predispone il Piano di protezione civile per il Comune di Capoterra che è approvato dalla Giunta regionale. Il Piano deve prevedere, individuando forme di coordinamento tra i livelli istituzionali preposti alla protezione civile, le modalità:
a) di informazione, prevenzione e formazione della popolazione;
b) di allarme anche attraverso l'utilizzo di tecnologie avanzate comprensive di adeguati sistemi di messaggistica istantanea e di allertamento;
c) di intervento per l'evacuazione preventiva della popolazione in caso di previsione di situazioni di emergenza, in particolare legate a eventi meteorologici e idrogeologici di rilevante problematicità.

 

Art. 3
Contributo straordinario al Comune di Capoterra - Costituzione del Parco fluviale San Girolamo

1. Al Comune di Capoterra è concesso un contributo straordinario di euro 10.000.000 per le opere di ripristino ambientale, della viabilità e infrastrutturali site nel territorio comunale anche all'interno delle pertinenze comuni condominiali private delle località e frazioni di Frutti d'oro, Rio San Girolamo e Poggio dei Pini e per promuovere e costituire il "Parco fluviale San Girolamo", anche attraverso modalità partecipative di coinvolgimento diretto della popolazione e delle associazioni di cittadini e del territorio formalmente costituite.

 

Art. 4
Norma finanziaria

1. Le spese previste per l'attuazione della presente legge sono valutate in euro 40.000.000 per l'anno 2009.

2. Alla relativa spesa iscritta nel bilancio della Regione per l'anno 2009 si fa fronte con quota parte delle entrate proprie della Regione di cui al titolo III dello Statuto speciale per la Sardegna.

 

Art. 5
Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore nel giorno della sua pubblicazione nel Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna.

 






24 settembre 2009

Scuola: Le famiglie pronte a ricorrere al Tar

Scuola. Dimezzate le ore di sostegno per gli alunni con disabilità
 
Le famiglie pronte a ricorrere al Tar


La Nuova Sardegna
GIOVEDÌ, 24 SETTEMBRE 2009
 
Pagina 1 - Cagliari
 



 
 
 
 


 CAGLIARI. «Se la situazione non cambia le famiglie degli alunni disabili saranno costrette a ricorrere alle vie legali». Chi parla è Francesca Palmas, responsabile del settore scuola per l'Associazione bambini cerebrolesi, in prima linea nel Comitato per l'attuazione dell'integrazione scolastica in Sardegna. Nella scuola elementare Sant'Alenixedda di piazza Giovanni, c'è stata un'assemblea per parlare dei problemi provocati dalla contestata riforma Gelmini agli alunni disabili. Hanno partecipato genitori, insegnanti di sostegno e associazioni che aderiscono al Comitato.
 «La condizione degli alunni disabili è notevolmente peggiorata con l'ultima rivoluzione ministeriale», ha detto Francesca Palmas, «perché il taglio dei docenti ha ridotto la qualità complessiva dell'offerta formativa, le ore dedicate al sostegno sono state dimezzate e l'accorpamento delle classi e la mancanza di un tetto massimo di alunni ha provocato seri problemi di sicurezza». Il caso limite? «Nell'istituto agrario di Villacidro in una prima ci sono ben sei disabili».
 Cosa fare allora per tutelare i bambini che più di altri avrebbero bisogno di essere seguiti da vicino? «Sappiamo bene che il diritto allo studio è un diritto soggettivo e quindi l'associazione non può occuparsi personalmente di questioni legali, ma sosterremo i genitori nella loro battaglia. Tanti sono pronti a inoltrare i ricorsi al Tar, come è stato fatto in altre parti d'Italia», ha concluso Francesca Palmas. (p.c.)

18 settembre 2009

Scuola: Prime cronache sulla mozione contro accordo Gelmini Regione

Seduta n. 36

Scuola, aperta la discussione sulla mozione del centrosinistra

Cagliari, 18 settembre 2009

E’ cominciata la discussione della Mozione 19 (Bruno Espa e più) sulla scuola.

Una mozione doverosa, ha esordito Mario Bruno (Pd), anche alla luce dell’accordo fra il ministro Gelmini e l’assessore regionale alla PI, Maria Lucia Baire che di fatto rappresenta una difesa d’ufficio dell’operato negativo del Governo. Un accordo del tutto sbagliato, secondo Bruno, che dice no alla legittima richiesta di riaffermazione dell’autonomia da parte della Sardegna. “Non ci basta –ha detto- l’annuncio di una rimodulazione dell’accordo”, che deve essere annullato. Occorre una azione politica stringente presso il governo per contrastare i tagli alla scuola sarda. Dopo aver ricordato i dati negativi del provvedimento Gelmini: 1700 posti di lavoro in meno in Sardegna, istituzione delle pluriclassi,, scolaresche più numerose, pendolarismo degli studenti , Bruno ha ricordato i dati negativi sulla dispersione, mentre a fronte di tutto ciò l’accordo mette in campo solo 20 milioni del tutto insufficienti. Occorre il riconoscimento della specialità della Sardegna e iniziative concrete per tutelare il diritto allo studio.

Per il successivo oratore, Marco Espa (Pd), “Occorre organizzare una resistenza democratica contro la chiusura delle scuole: invitando le persone anziane ad iscriversi a scuola per impedire la soppressione delle classi sottonumerarie”. Neanche l’assessore di sicuro può essere in cuor suo soddisfatto della riforma Gelmini. L’istruzione è argomento ben diverso dal costruire una strada che si può tagliare senza danni. La scuola non ha bisogno di calcoli ragionieristici, ma di approfondimento dei problemi. Oggi si torna alle classi differenziali, ha lamentato con forza Espa.

Fortemente critico nei confronti della Riforma della scuola e dell’accordo Regione-Governo, anche Massimo Zedda (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori). Va contrastata la riduzione dei posti di lavoro e l’aggravamento della situazione dell’istruzione in Sardegna. La Scuola è mortificata da tagli e riduzioni di risorse, e la riforma del Governo rappresenta di fatto uno smantellamento del sistema scolastico.

“E’ a rischio l’autonomia scolastica” ha sottolineato criticamente Antonio Solinas (Pd), per il quale occorre contrastare con forza i tagli al personale docente. Denunciando che la Giunta ha deciso il finanziamento degli asili privati mentre si taglia la scuola pubblica, ha definito umiliante l’accordo Baire-Gelmini. Altre regioni hanno fatto l’accordo ma ottenendo cospicue risorse: i 20 milioni messi in gioco per la Sardegna sono insufficienti. Occorre aprire immediatamente una vertenza col Governo.

Per Paolo Maninchedda (Psd’Az)l’impostazione del discorso sulla scuola va ribaltato. Per il Psd’Az si tratta di un tema da “grandi riforme” e le grandi riforme devono avere larghe intese. Ma non è questa l’occasione: “non siamo interessati a schermaglie fra destra e sinistra italiane. Si dovrebbe passare dalla logica delle classi a quella dei moduli, ma non abbiamo il potere di farlo, vorremmo inserire la lingua sarda nei programmi, ma non abbiamo il potere di farlo: così per i programmi. C’è una emergenza del sistema scolastico sardo, ma lo Stato parte dal bilancio non dai bisogni. Con lo Stato occorre confrontarsi “su chi fa che cosa e chi mette le risorse”. Occorre reimpostare il rapporto fra la Regione e lo Stato.

Critico Ben Amara (Comunisti-Sinistra Sarda-Rossomori), che ha denunciato “i licenziamenti di massa”. Nessuno crede che la Gelmini sta operando per il bene della scuola: i docenti vengono privati del loro futuro. In Sardegna sono a rischio chiusura 300 scuole: è un killeraggio nei confronti del sistema scolastico dell’Isola.

Il dibattito prosegue.
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Consiglio Regionale della Sardegna
Servizio Resoconti
Copia provvisoria non revisionata.
1
Seduta n. 36 del 18 settembre 2009

Intervento del consigliere ESPA
Discussione della mozione numero 19


ESPA (P.D.)(Trascrizione da intervento a braccio).

L'impostazione è stata già data dal mio Capogruppo, da Mario Bruno,
io vorrei partire da alcune questioni. Devo dire Assessore, io la conosco, la conosco
come una persona estremamente seria, in più la conosco anche come precaria, quindi
io sarò sincero, sarò diretto, cercherò di essere diretto rispetto alle considerazioni che
voglio fare perché partendo da considerazioni di carattere generale che riguardano il
ruolo dello Stato nelle politiche dell'istruzione in Sardegna e sugli effetti devastanti
per la nostra regione, io sono convinto, Assessore, che lei non può essere favorevole
alla riforma Gelmini così come è stata concepita dal Ministro. Io ne sono convinto
perché quello che molte volte a noi veramente ci irrita, è proprio la filosofia. La filosofia di questo strumento nel quale viene considerata l'istruzione, l'industria della conoscenza come
se fosse un, come dire, una strada da costruire o meno oppure un costo superfluo o da
costruire da avere o meno, cioè come ormai siamo entrati nella questione che
l'industria della conoscenza di base è diventata come dire un momento opzionale
ecco, questa la questione. Quindi se le scuole mancano nei centri di montagna, se ci
sono, se non ci sono o se ci sono come dire problemi nei grandi centri urbani è un
fatto secondario. Ecco, io su questo lo ricordo, lo dico a lei, per questo dico che non
può essere favorevole perché a me viene da ricordare che noi sardi in modo
particolare abbiamo sempre combattuto per una difesa di un’istituzione che in tempo
di crisi come questo non può che essere rafforzata, incentivata in presenza e qualità
perché dobbiamo permettere ai nostri figli di essere pronti e preparati quando ci sarà
la ripresa e non essere superati in competenza e preparazione dai coetanei di tutto il
mondo. Perché noi non ci dobbiamo dimenticare la saggezza sociale dei nostri padri,
dei nostri nonni spesso pastori, agricoltori, analfabeti, che pur di darci un futuro
migliore hanno da sempre lottato per avere più scuola, per l'istruzione delle nuove
generazioni, per la loro emancipazione da povertà e sottosviluppo. Noi su queste cose lo sappiamo i sacrifici che sono stati
fatti nei piccoli paesi di montagna per avere la scuola, per avere, come dire, questa
prospettiva, e non può essere un calcolo ragionieristico. Io devo dire, l'altro giorno,
ingenuamente, stupidamente, ho sentito una dichiarazione, per questo dico che lei
non può accettare questa filosofia della ministra Gelmini, ho sentito dire, dice:
“Bisogna avere un tetto per gli studenti stranieri”, e ho capito: “Ah, finalmente il
piano casa ci permetterà di dare casa agli stranieri”, perché ho pensato che gli alunni
stranieri dovessero avere, anche le loro famiglie, un tetto. Invece no, è che gli alunni
stranieri devono avere un tetto, cioè non ci possono essere più di tanti alunni
stranieri. Io lo posso capire, come ragionamento, che piace in certe zone del Paese,
ma allo stesso tempo per esempio – e su questo io dico, Assessore, lei non può essere
d'accordo – a Vercelli, cito un caso, 7 alunni con disabilità in una classe. Cioè, 7
alunni con disabilità su una classe di 20, ma lì i tetti non li mettiamo vero? Lì invece
cerchiamo di ridurre il personale, cerchiamo di togliere, e quindi lì sono 7, 8, perché
prima c'era il tetto: 1, massimo 2, adesso non c'è più il tetto, adesso siamo tranquilli,
adesso possono essercene 7, che è un disastro, ovviamente stiamo tornando verso le
classi differenziali. Certo che risparmiamo su un po' di insegnanti di sostegno, ci
mancherebbe, è ovvio che qualche stipendio in meno ci sarà, ma vi sembra che
stiamo salvaguardando i diritti delle persone in situazione di difficoltà? Vi sembra
che stiamo facendo un atto civile? Io credo che, sinceramente, io devo dire credo di
no. E su questo, veramente, io vorrei lanciare un appello, lo dico in maniera… cioè
dobbiamo ragionare su questa questione. A me viene da dire per le comunità che ci
ascoltano, per i sindaci, per i piccoli paesi, cerchiamo di organizzare una resistenza
democratica per salvaguardare la nostra scuola, sperando che anche l'assessore Baire
non dica di no, anzi che lasci fare, anzi che lo promuova, magari non lo può fare
ufficialmente. Iscriviamo gli anziani nelle scuole elementari dei piccoli paesi, e
impediamo la chiusura delle scuole nei piccoli paesi oggi. Cioè facciamo in modo
che i numeri salgano, in maniera forse artificiale, ma facciamo resistenza, impediamo
che l’istituto scuola sparisca dai piccoli paesi, facciamo in modo che alcuni anziani
s’iscrivano e che salvino le classi, questo può essere un sistema che può
salvaguardare nei centri piccoli la possibilità di mantenere una classe. Lo dico perché
oggi c'è anche sui giornali, si parla del caso di Birori. Il caso di Birori, riforma, era
stata accorpata una classe, quindi cos'è stato fatto? Dalla prima alla quinta
elementare, tutta la stessa classe, quindi una cosa incredibile, ovviamente voi potete capire che dalla prima alla quinta! Ovviamente c'è il problema demografico di cui
nessuno vuole nascondere che bisogna trovare soluzione, ma non si può creare una
soluzione, dove abbiamo nella stessa classe dalla prima alla quinta gli alunni, in
Sardegna, e nel frattempo togliamo la copresenza di insegnanti. Perché posso capire
che si possono fare accorpamenti, si possono fare. Quindi Birori che cosa ha deciso?
Ha deciso: “No, andiamo a Macomer”. Ovviamente la scuola sparisce da Birori.
Questo è il problema, e parlo di un paese, per non parlare di altri paesi in cui
sappiamo che ci sono tanti problemi. Allora, io dico, è tra l'altro il trasferimento degli
alunni a Macomer mica non costa, probabilmente costerà alla Regione ovviamente,
cioè nel senso che il trasporto dev'essere pagato dalla Regione, l'accompagnatore
dev'essere pagato dal Comune, e la riforma Gelmini continua, come dire, imperterrita
a dare i suoi effetti in Sardegna. Quindi, io questo l'ho voluto dire, Assessore, perché
appunto, come bene ha detto il mio Capogruppo, ritengo che al di là delle parti, al di
là dell'aspetto politico che noi rivendichiamo con orgoglio, e al di là anche delle
motivazioni, lo sappiamo che vengono da tanto tempo, però quest'anno è successa
qualcosa di grave, cioè e successo che improvvisamente, con decisione esplicita, è
stato deciso di fare un taglio di personale di una risorsa che è stata ritenuta a livello nazionale normale, cioè come se dice: “Vabbè ma stiamo tagliando il 7 percento, non
è che stiamo facendo chissà che cosa, in tutti i comparti c’è questo momento di
crisi”, senza pensare che la cultura, come la sanità, fa parte dei diritti degli uomini, fa
parte dei processi di non discriminazione, non fa parte di un fatto commerciale, o che
noi compriamo una cosa piuttosto che un'altra, questa spesa è una spesa che noi
dobbiamo tenerci cara, soprattutto in un momento di crisi. E ripeto, ancora una volta,
che in questo momento il governo nazionale ha deciso, poi non voglio entrare
adesso… non è solo un fatto retorico quello che sto dicendo, ma decide di comprare
131 caccia bombardieri, e spendere 16 miliardi di euro. Che ne compri 100! Cioè, 16
miliardi di euro sono un sacco di soldi, come sappiamo, ne compri 100 e
risparmiamo 3-4 miliardi di euro, e li mettiamo nella scuola. Cioè, che bisogno c'è di
questa drasticità, che bisogno c'è, cosa vogliamo giustificare? Ecco, su questo io,
come dire, sono molto attento al fatto che sono convinto che qui dentro, in quest'aula,
tanti, non sono l'Assessore, ma tanti di noi, su questa filosofia non ci sono, sulla
filosofia dei tetti per le persone che vengono da paesi stranieri, sulla filosofia dei tetti
che non si fanno per garantire l'integrazione e la qualità degli alunni con disabilità, su
tanti altri processi, ovviamente, che permetteranno di chiudere le scuole nei paesi di montagna, e di chiudere la scuola lì dove chiaramente c'è un processo, come nelle
grandi aree urbane, dove ci sono grandi difficoltà. Su questo, sull'accordo
ovviamente che noi chiediamo di annullare, chiediamo di annullare anche maniera
unilaterale, chiediamo, ripeto, ecco, quello che noi fondamentalmente chiediamo è
l'apertura di una vertenza con lo Stato. La parola vertenza non deve essere vista come
una parola terribile, la vertenza è dare alla Sardegna il suo ruolo, dire: “Tu sei
ministro di destra, noi siamo qui a rivendicare per la Sardegna il nostro ruolo, la
nostra specificità, la nostra identità”, lo facciamo anche con le leggi, lo facciamo con
la nostra autonomia, lo facciamo con tutte le forme che ci fanno battere, perché noi
abbiamo diritto alla nostra autonomia, alle nostre… Però, quando noi vediamo un
accordo, e lo ripeto qui dentro, tra l'altro eravamo in piena discussione del collegato
alla finanziaria, alcuni colleghi della maggioranza, e penso al Presidente della
Commissione cultura l’onorevole Maninchedda, preparavano degli emendamenti che
cercavano un po' di…

TEMPO FINITO LA PAROLA VIENE TOLTA

17 settembre 2009

Marco Espa - Scuola, la Regione rinnega in zona cesarini l'accordo con la Gelmini?

Ahaaa, allora avevamo ragione.... giunge notizia che oggi a Roma, proprio il giorno prima della discussione della nostra mozione in Consiglio Regionale, il presidente, la Baire e la Gelmini si incontrano e decidono che l'accordo appena stipulato il 31 luglio non va più bene...
vediamo domani in aula cosa ci diranno, la mobilitazione continua. Domani venerdi alle 10 in Consiglio Regionale. Marco Espa

SCUOLA: BRUNO (PD), DOMANI ATTENDIAMO CAPPELLACCI IN AULA
(AGI) - Cagliari, 17 set. - "Domani attendiamo, a maggior ragione, il presidente Cappellacci in Consiglio regionale per discutere del disastroso stato della scuola sarda". Lo afferma il capogruppo del Partito democratico Mario Bruno, per il quale "l'annuncio odierno su una rimodulazione dell'accordo tra l'assessore dell'Istruzione Baire e il ministro Gelmini non esonera Cappellacci dal dibattito sulle mozioni del centrosinistra e dei sardisti che chiedono l'annullamento di quell'accordo". "Rimodulazione e' una parola innocua con cui il presidente vuole mascherare la clamorosa retromarcia della Regione", continua Bruno. "In sostanza, oggi si sta dando ragione alle iniziative che da mesi mobilitano il Partito democratico e l'intero centrosinistra, gli enti locali, i sindacati e soprattutto gli operatori della scuola". D'altra parte, insiste l'esponente del Pd, "chi mai potrebbe ritenere vantaggioso un accordo indecente che non vede lo Stato stanziare un euro a nostro favore e invece impegna la Regione a stornare 20 milioni di risorse proprie destinati ai progetti contro la dispersione scolastica e di sostegno agli studenti con disabilita' per fornire occasioni di impiego temporaneo a una minima parte degli insegnanti rimasti senza posto?". "Non abbiamo bisogno di un semplice aggiustamento dei patti", evidenzia Bruno. "La Giunta regionale potrebbe rimediare a questo ennesimo scivolone solo aprendo una forte vertenza col governo nazionale per ottenere un piano generale di riqualificazione della scuola e dell'istruzione pubblica nella nostra Isola e scongiurare, anche per via del carattere speciale dei territori interni e montuosi della Sardegna, la chiusura della scuole". Secondo il capogruppo del Pd, il Consiglio regionale "ha il dovere di promuovere fin da domani un dibattito serio, che eviti strumentalizzazioni e soprattutto danni maggiori di quelli gia' prodotti dal governo centrale e da questa subalterna Giunta regionale". (AGI) Red-


Il comunicato del Presidente Cappellacci
SCUOLA: SARDEGNA, ACCORDO BAIRE-GELMINI SARA' RIMODULATO
(AGI) - Cagliari, 17 set. - Sara' rimodulato l'accordo sulla scuola in Sardegna siglato il 31 luglio scorso dall'assessore regionale Lucia Baire e dal ministro alla Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini. La decisione e' stata assunta durante un incontro sul coordinamento delle politiche scolastiche nazionali e regionali cui hanno partecipato il ministro, l'assessore e il presidente della Regione Ugo Cappellacci. La notizia arriva nel primo giorno del nuovo anno scolastico, segnato dalle proteste di insegnanti e personale tecnico amministrativo della scuola a Cagliari, davanti al palazzo della Regione, e a Sassari in piazza d'Italia, contro i tagli degli organici. L'intesa di luglio sara' rivista - fa sapere la Regione - "alla luce dell'evoluzione delle iniziative governative messe in atto, da un lato in materia di welfare per la tutela dei redditi e dell'impiego dei precari, dall'altro in materia di sperimentazione e trasferimento di funzioni alle Regioni, cosi' come configurati in alcuni degli accordi stipulati con altre regioni dopo la data di luglio". Il presidente Cappellacci e l'assessore Baire promuoveranno, nel frattempo la consultazione delle forze sindacali e delle autonomie scolastiche. (AGI) Red-

16 settembre 2009

Oggi la Nuova Sardegna - Scuola a Cagliari - Espa: Maggioranza irresponsabile, non vuole discutere in Consiglio Comunale

Scuola e Comune. Il centrosinistra accusa: «Assurdo non volerne discutere»

Maggioranza irresponsabile

Marco Espa: «In città perderemo circa trecento posti»

MERCOLEDÌ, 16 SETTEMBRE 2009

Pagina 1 - Cagliari

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di Roberto Paracchini
 CAGLIARI. Nella scuola si consuma uno scontro drammatico. In città
tra insegnanti e personale non docente resteranno a casa circa 300
persone. Lo ha affermato ieri Marco Espa durante la conferenza stampa
di presentazione di una mozione del centrosinistra sull'argomento.
 «Ma la maggioranza del consiglio comunale non vuole discutere la
mozione - sottolinea Ninni Depau, capo gruppo del Pd - e noi siano
stati costretti, come da regolamento, a raccogliere le firme per
indire il Consiglio su questo argomento, che si dovrà tenere entro
fine mese». Ma quello che più sconcerta «è che il centrodestra afferma
che il Comune non ha competenza specifica. Cagliari, però, può avere
un peso enorme, purchè lo voglia eercitare». Per Espa (Pd, primo
firmatario) «si tratta di motivi pretestuosi in quanto la Provincia ha
votato questo documento e lo stesso si sta facendo in tanti altri
Comuni. Fa parte della dialettica tra istituzioni».
 Nell'istanza del centrosinistra vengono ricordati i dati della
«mattanza»: circa 2.200 posti in meno in tutta la Sardegna e «lesione
dei diritti all'istruzione per gli alunni disabili». Un quadro
terribile per chi resterà senza lavoro, «ma anche per gli studenti -
spiega Andrea Scano, Pd - noi ci troviamo, come scuola, agli ultimi
posti internazionali, ad esclusione delle elementari che tutti ci
invidiano. E la controriforma Gelmini colpisce soprattutto questo
settore inserendo il maestro unico o prevalente. E quando ci sarà un
insegnante che si ammala, al posto del supplente, i ragazzi saranno
parcheggiati in un salone a vedere un dvd. Per non parlare dei
problemi causati dalla riduzione del personale ata (ausiliari, tecnici
e amministrativi)». Insomma, si tratta «di una questione di civiltà -
precisa Claudia Zuncheddu, dei Rossomori - verrà eliminata la scuola
dai piccoli centri e penalizzata quella dei rioni più periferici, come
Sant'Elia. Nel frattempo la Regione finanzia le scuole private a
scapito delle pubbliche». Un aspetto molto pesante perchè la
«formazione pubblica ha un aspetto istituzionale - afferma Francesco
Ballero, Sdi - il problema è che questa maggioranza del Comune sembra
vergognarsi di quello che fa il centrodestra alla Regione e a Roma. Ed
è figlia di un federalismo egoista e non solidale».
 Dai gruppi che reggono la Giunta viene sempre risposto che
«l'amministrazione non ha competenze - ribadisce Massimo Zedda, La
Sinistra - eppure in Comune c'è anche un assessorato alla Pubblica
istruzione. Il che significa che si può agire anche direttamente sul
settore. Poi si possono, e molti lo fanno, esercitare pressioni sul
governo regionale e nazionale».

14 settembre 2009

Marco Espa: il centrodestra non polemizzi se Mario Bruno sui commissariamenti ASL dice solo la verità. Ecco il perchè.

“Lasciano stupefatti le dichiarazioni del capogruppo del PDL in Consiglio Regionale Mario Diana in risposta al parere di Mario Bruno sulla lottizzazione in corso per le nomine dei commissari delle ASL” questo è il commento di Marco Espa, Vicepresidente della Commissione Sanità e politiche sociali del Consiglio Regionale .

“E' comprensibile che per sola partigianeria l'on. Diana cerchi di difendere l'indifendibile, i commissariamenti delle Asl frutto, lo ricordiamo, di un subemendamento ad un emendamento del collegato alla finanziaria (!), approvato in pochissime ore dalla maggioranza in consiglio regionale scippando non solo tutte le competenze dei commissari della VII Commissione di destra e di sinistra, preposta a discutere nel merito una riforma cosi importante, ma anche tutte le parti sociali e professionali del mondo della sanità sarda. Se lo stesso identico percorso fosse stato attuato dalla giunta Soru avremmo sicuramente visto l'on. Diana saltare sui banchi ventilando un colpo di stato, come minimo. ”

“Dispiace – continua Marco Espa – che si dicano cose profondamente sbagliato sul merito: primo è profondamente ingiusto dire che gli attuali manager, tutti, hanno creato solo danni e deficit. Mi piace ricordare, ed è solo un esempio, che alla nomina dell'attuale direttore generale del Brotzu, il dottor Giorgio Sorrentino, ci fu un fortissimo apprezzamento e stima professionale proprio da parte dei colleghi del centrodestra, compreso l'attuale assessore alla sanità. Sorvolo poi sul fatto che l'ex direttore generale dell'Asl 8, il cosi tanto contestato Gumirato, guarda caso è finito nello staff del Presidente Obama come membro della Commissione di supporto all'ufficio Managment e budget del Ministero della Sanità USA.

Ma poi sui conti, questo è il dato, altro che deficit disastroso dovuto ai manager. Il precedente governo regionale aveva trovato in eredità dal centrodestra un deficit di 474 milioni di euro!

Per questo, con buona pace dell'on. Diana, Mario Bruno dice la verità. Non è stato una necessità di fallimenti o deficit dei manager, come dice l'on. Diana, che ha creato la necessità di sostituire i manager ma una vicenda tutta politica. Ovvero lottizzatoria.

Ecco i dati:

Nel 2004 la sanità della Sardegna era nella lista nera delle regioni che il Governo Nazionale si preparava a sottoporre a pesanti provvedimenti a causa delle dimensioni dei suoi disavanzi e della totale assenza di programmazione.

La Regione rischiava di dover coprire obbligatoriamente i disavanzi pregressi aumentando le tasse (addizionale Irpef e Irap) e i ticket; rischiava inoltre di vedersi imporre da Roma (come è successo in altre regioni italiane) scelte programmatorie e gestionali riguardanti la sanità.

Nulla di tutto questo è accaduto.

La Sardegna non è stata sottoposta ad alcun provvedimento coercitivo da parte del Governo Nazionale, non è stata commissariata (come sta accadendo a molte regioni del Sud) ed è sempre stata dichiarata adempiente ai Tavoli nazionali di verifica del Ministero dell’Economia e il Ministero della Salute.

Il Governo di centro sinistra ha evitato l’aumento delle tasse, ha scongiurato l’aumento dei ticket, ha recuperato risorse statali negate alla Sardegna a causa delle precedenti numerose inadempienze, ha rivendicato più finanziamenti per la sanità sarda, ha risanato i conti del Servizio sanitario regionale.

Nel 2004, la Giunta Soru si era infatti trovata con oltre 470 milioni di disavanzo riferiti ai soli anni 2001, 2002 e 2003 (dati certificati dal Ministero dell’Economia) e una situazione del 2004 pesantemente pregiudicata dai provvedimenti di fine legislatura del centro destra. Si noti che i disavanzi reali (di competenza dei diversi anni) erano ancora più elevati, perché la Sardegna non aveva provveduto ad accantonare i soldi per i rinnovi dei contratti di lavoro (scaduti ormai da alcuni anni, ma non ancora rinnovati), che avrebbe dovuto accantonare come ha fatto il centro sinistra a partire dal 2005.

Il centrosinistra ha provveduto a coprire interamente i debiti accumulati dal centro destra fino al 2004, evitando così penalizzazioni per l’intera regione.





























Disavanzi
SSR (mln euro)*
Disavanzi
SSR (mln euro)*



2001



98



2002



185



2003



188



2004



272



 


  
Dati
in milioni di euro, al netto della gestione straordinaria.




Fonte: Piano
di riqualificazione e riorganizzazione del Ssr
,
luglio 2007 (pag. 112), Allegato
all’Accordo
tra Ministro della salute, Ministero dell’Economia e delle
Finanze e regione Sardegna

del 31 luglio 2007





11 settembre 2009

Scuola: abroghiamo l'accordo a perdere Gelmini - Regione Sarda. Ci riproviamo con una nuova mozione


Ci riproviamo.... vogliamo riportare il dibattito in Consiglio Regionale.
Ho preparato una nuova mozione per il centrosinistra per far abrogare l'accordo a perdere sulla scuola sarda tra Governo e Regione Sarda, presentata questa sera. Abbiamo chiesto la convocazione straordinaria del Consiglio Regionale, speriamo per venerdi prossimo, 18 settembre.

Ciao, Marco Espa

Ecco qui sotto il testo:


MOZIONE BRUNO - URAS - SALIS - ZEDDA Massimo - CUCCU - MELONI Valerio - SOLINAS Antonio - ESPA - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SORU - ZUNCHEDDU Sull’accordo l’accordo tra Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca e la Regione Sardegna, “per la realizzazione di interventi finalizzati all’integrazione e al potenziamento dell’offerta di istruzione” sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall’Assessore Baire in data 31 luglio 2009 e la drammatica situazione della Scuola in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che, a seguito della drastica riduzione delle cattedre del nuovo regolamento emanato dal Governo nazionale per l' anno scolastico 2009/2010, migliaia di insegnanti precari storici della Sardegna sono esclusi dagli incarichi annuali di insegnamento, chiudendo classi ed aule nei paesi di montagna e nelle zone urbane delle città a più rischio di emarginazione, tagliando posti di sostegno contro i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie e limitando la possibilità di realizzazione di attività extrascolastiche;

CONSIDERATO che, alla luce della recente Sentenza della Corte Costituzionale del 2 luglio scorso che ha dichiarato incostituzionale alcune norme previste nel Decreto tra cui proprio il ridimensionamento della rete scolastica sul territorio, la richiamata riduzione delle cattedre e il previsto aumento del numero di studenti per classe, il possibile accorpamento delle classi e chiusura di scuole, la riduzione del tempo pieno, oltre alla perdita delle opportunità di lavoro per gli insegnanti precari, determina un preoccupante deterioramento della qualità della scuola, con gravi minacce per i diritti essenziali dell'istruzione pubblica in Sardegna e genera enormi disagi agli alunni stessi e alle loro famiglie, riporta la scuola sarda indietro di qualche decennio attraverso l'incontestabile riduzione del "tempo scuola";

RILEVATO che la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;

VISTO l’accordo tra Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca e la Regione Sardegna, “per la realizzazione di interventi finalizzati all’integrazione e al potenziamento dell’offerta di istruzione” sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall’Assessore Baire in data 31 luglio 2009;

CONSIDERATO che in tale accordo, avvenuto senza alcuna consultazione dei sindacati e delle parti sociali, degli studenti, delle famiglie e delle loro associazioni, la Giunta Regionale “appalta” di fatto al governo nazionale la gestione delle politiche sulla Scuola in Sardegna sottraendo 20 milioni di euro di risorse proprie regionali già stanziati dal Consiglio Regionale con la Legge Finanziaria 2009 mentre il governo, causa dei pesanti tagli che producono gravissimi costi sociali per la popolazione sarda, si appropria della maggioranza assoluta del comitato paritetico previsto nell’accordo, in modo da poter controllare e determinare, a prescindere dalla volontà delle istituzioni sarde, qualunque soluzione strategica sul sistema scolastico sardo;

RILEVATO inoltre che nulla si dice nell’accordo stipulato sulle eventuali nomine e che pertanto il personale della scuola e loro sindacati manifestano gravi rilievi sulle discriminazioni e i possibili favoritismi discrezionali di eventuali chiamate che non rispettino le procedure adottate fino ad oggi sugli incarichi del personale;

CONSIDERATO che i 20 milioni di euro di fondi regionali previsti nell’accordo Gelmini - Baire sono insufficienti a coprire il reale fabbisogno delle Scuole dell’isola e vengono sottratti alle scuole per i progetti finalizzati a combattere la dispersione scolastica e a sostenere l'autonomia organizzativa e didattica in favore degli studenti e agli alunni con disabilità, creando un danno alle scuole che saranno costrette a ridurre la loro offerta formativa ad anno scolastico iniziato.
 
CONSIDERATO comunque che in ogni caso le altre regioni italiane che hanno raggiunto accordi con il governo, ad esempio Lombardia e Sicilia, hanno ottenuto cospicui finanziamenti dal ministero al momento della stipula degli accordi MIUR – Regioni.


impegna la Giunta Regionale


1. ad annullare anche unilateralmente l’accordo tra Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca e la Regione Sardegna, “per la realizzazione di interventi finalizzati all’integrazione e al potenziamento dell’offerta di istruzione” sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall’Assessore Baire in data 31 luglio 2009 e a non procedere a qualunque delibera, ratifica o atto attuativo ai sensi dell’accordo in oggetto;
2. a procedere con la massima urgenza all'apertura di una forte vertenza con il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che, nell'individuazione dei criteri, riconosca il carattere speciale dei territori interni e montani della Sardegna e la peculiarità delle aree urbane a maggior rischio di emarginazione;
3. ad assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente precari, in particolare per coloro che sono entrati quest’anno in stato di disoccupazione, al fine di assicurare la loro stabilizzazione occupazionale nell'ambito della riqualificazione del sistema scolastico e formativo della nostra Regione;
4. a tutelare il diritto allo studio degli studenti sardi con disabilità, attraverso provvedimenti il più possibile rispondenti alle reali esigenze di ciascuno e non rispondenti a meri calcoli ragionieristici, perché non si rischi di fare passi indietro sui diritti essenziali acquisiti, affinché non si creino gravi discriminazioni e si garantiscano pari opportunità per tutti.


Cagliari, 11 settembre 2009

9 settembre 2009

Scuola ancora la battaglia necessaria

 

Mario Bruno e Marco Espa (PD): Scuola sarda, rilanciamo

la vertenza in Consiglio Regionale e negli enti locali.

 

Il centrodestra in forte imbarazzo sulla scuola cerca di salvare la faccia in maniera maldestra e contraddittoria. Fin dallo scorso 17 luglio come opposizione avevamo chiesto al Consiglio e alla Giunta regionali di aprire una vertenza col governo nazionale per difendere la scuola in Sardegna e salvaguardare la sua specificità. Ma il centrodestra al governo ha bocciato la nostra proposta: una decisione irresponsabile dovuta a ottusi ordini di scuderia che vogliono la difesa dei ministri di Roma e la ratifica di un accordo inapplicabile siglato a luglio col ministro Gelmini. Finalmente vediamo che il Partito Sardo d'Azione, anche se in ritardo, concorda con noi.

 

Questa "riforma" difesa dalla maggioranza crea almeno 2200 licenziamenti in Sardegna, chiude classi ed aule nei paesi di montagna e nelle zone urbane delle città a più rischio di emarginazione, taglia posti di sostegno contro i diritti degli alunni con disabilità e delle loro famiglie.

 

La Giunta Regionale e l'assessore Baire si sono limitati ad appaltare il governo dell'universo scuola alla Gelmini e a Roma. Il protocollo di intesa siglato col Governo sarà scarsamente applicabile e si pone al di fuori delle procedure obiettive e trasparenti previste dai percorsi di assunzione del personale della scuola. E' inutile che qualche esponente del PDL cerchi di coprire la verità: molti esponenti della maggioranza, non solo il PSD'AZ, sono fortemente contrariati dall'accordo stipulato.

 

Per esempio: non è chiaro in che modo avverranno le nomine e gli insegnanti manifestano preoccupazioni sulle discriminazioni e i possibili favoritismi discrezionali di eventuali chiamate; i 20 milioni sbandierati dalla Gelmini e dalla Baire sono insufficienti e vengono sottratti alle scuole per i progetti finalizzati a combattere la dispersione scolastica e a sostenere l'autonomia organizzativa e didattica in favore degli studenti: si creerà dunque un danno alle scuole che saranno costrette a ridurre la loro offerta formativa ad anno scolastico iniziato, causando ovviamente danno agli studenti e alle famiglie.

 

Denunciamo inoltre che le altre regioni italiane che hanno raggiunto accordi con il governo, ad esempio Lombardia e Sicilia, hanno ottenuto cospicui finanziamenti dal ministero. La Sardegna invece cercherà di coprire solo per un anno parte dei tagli dello Stato con fondi propri, sostituendosi al governo e creando un pericoloso precedente che lascerà fuori comunque migliaia di lavoratori sardi.

 

Rilanciamo perciò la vertenza scuola in Consiglio Regionale con la nostra mozione e chiediamo con urgenza, come abbiamo fatto fin dall'esame della scorsa finanziaria, la garanzia del posto di lavoro per i precari della scuola e in subordinel'allargamento immediato degli ammortizzatori sociali.

 

Anche gli Enti locali della Sardegna nel frattempo pongano in essere atti amministrativi a difesa della scuola dei loro territori e delle peculiarità del territorio. È la strada da perseguire perchè in questo momento salvare la scuola è la priorità della Sardegna. Occorre urgentemente un vero piano scuola. Riproponiamo la centralità dell'istruzione e la difesa di ogni posto di lavoro: proprio in un periodo di crisi come quello attuale occorre finanziare la scuola e non colpirla con tagli indiscriminati sulla base di criteri nazionali che non tengono conto della nostra realtà.