28 maggio 2010

comunicato stampa - Sanità, denuncia PD: a rischio 500 posti di lavoro nell'isola

Anche in queste ore i segnali che arrivano sulla sanità sarda sono il segno dell'assenza di politiche della Giunta regionale.Alla crisi dell'occupazione in Sardegna si aggiungono i potenziali licenziamenti del San Giovanni Battista di Ploaghe, del Maria Bambina di Oristano, e della fondazione per la Vita di Guspini (queste ultime uniche strutture in Sardegna per la riabilitazione intensiva) di quel sistema pubblico e privato che ha garantito in questi anni la riabilitazione a chi aveva avuto un infarto piuttosto che un ictus o un incidente stradale. Rischiano di andare a casa 500 lavoratori in Sardegna e soprattutto di essere curati in maniera inadeguata i pazienti che oggi stanno in quelle strutture, che rischiano di riaprire il calvario dei viaggi della speranza. 
Il disagio aumenta all'emergere di situazioni inquietanti come quelle che starebbero emergendo in queste ore nella seconda Asl della Sardegna a Sassari, dove il magistrato avrebbe chiesto la sospensione del commissario nominato dalla Giunta. L'idea che emerge per i sardi è di un sistema sanitario privo di controlli e lasciato all'arbitrio di qualche dirigente.
E oggi il Crenos, nel suo rapporto annuale presentato a Cagliari, certifica che le politiche di contenimento della spesa sanitaria nel periodo 2004-2008 (anni di governo del centrosinistra)  abbiano permesso alla Sardegna di collocarsi tra le regioni piu' parsimoniose in termini di spesa pro-capite.
Notizie che stroncano la propaganda strumentale sui dati della sanità della Giunta regionale e degli assessori Liori e La Spisa.

Marco Espa, Pierluigi Caria, Valerio Meloni, 
Consiglieri regionali Pd Commissione Sanità



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