25 marzo 2010

SANITA': PD, "GRAVE SMACCO IL PIANO RIENTRO BOCCIATO DAL GOVERNO"

(AGI) - Cagliari, 25 mar. - "Prendiamo atto che, nel corso della verifica annuale, il governo bocciato il piano di rientro 2007-2009 del deficit della sanita' predisposto dall'attuale amministrazione regionale di centrodestra, ritenendo inadempiente la Sardegna sotto il profilo del risanamento del sistema sanitario. E' indubbiamente un grave smacco per il centrodestra e per l'assessore regionale della Sanita'". Cosi' i consiglieri regionali del Pd Mario Bruno (capogruppo), Marco Espa, Pierluigi Caria e Valerio Meloni commentano la notizia, diffusa dal ministero della Saluta, sull'esito negativo della verifica annuale sul piano di rientro del deficit della sanita' sarda. "Non possiamo fare a meno di osservare che questo accada per la prima volta e che mai i precedenti governi regionali di centrosinistra erano stati bacchettati da Roma per il disavanzo sanitario".
"Eppure, nel 2004, il centrosinistra aveva ereditato una situazione di deficit ben peggiore rispetto a quello attuale", ricordano gli esponenti dell'opposizione. "L'ha certificato ancora una volta pochi giorni fa il quotidiano Sole24ore per il quale, nel biennio 2003-2004, il buco della sanita' in Sardegna ammontava a ben 500 milioni di euro. Cio' nonostante, anche nell'enorme sforzo di risanamento compiuto nella scorsa legislatura, il ministero della Salute non ha mai rimandato al mittente i piani di rientro messi a punto dalla Regione".
"A questo punto, riteniamo opportuno che l'assessore della Sanita' Liori ci illustri nel dettaglio le voci di spesa dei 225 milioni di deficit dichiarati nel 2009", chiede il Pd, "e ci spieghi quali sono i motivi di questo aumento di spesa che ha contribuito all'attuale bocciatura". (AGI) Red-Cog

22 marzo 2010

ESPA (PD): la verità sui conti della sanità in Sardegna ecco i responsabili dei disavanzi

dichiarazioni di Marco Espa, vicepresidente commissione sanità consiglio regionale (PD)

una certa parte del centrodestra sardo, alla lettura dei dati relativi ai meno 900 milioni di euro sulla sanità in Sardegna, si affrettano ad accusare la giunta precedente di centrosinistra presieduta da Renato Soru

non si accorgono che i dati del Sole 24 ore sono estratti in linea di massima da documenti pubblicati ufficialmente dal Ministero e accessibili a tutti

ecco i dati

Disavanzi sanitari della Sardegna (milioni di euro) 

                                         
                                          2003                195
                                          2004                280
                                          2005                234
                                          2006                88
                                          2007                22
                                          2008                37
Fonti:
Anni 2001-06: Accordo Regione Sardegna, Ministeri dell'Economia e della Salute (dati corretti con attribuzione di competenza); allegato 3, tab 17,  ( http://www.regione.sardegna.it/j/v/66?s=1&v=9&c=27&c1=1249&id=4908 )
Anni  2007-08: Ministero Economia, RGE 2008, vol II, tab SA.3  ( http://www.mef.gov.it/doc-finanza-pubblica/dfp.rgse.asp )


Come si nota il centrodestra, negli anni citati dall'inchiesta dal SOLE24 ore, 2003 2004 , ha lasciato al centrosinistra quasi 500 milioni di deficit in soli 2 anni

se sommiamo che nel 2009 (per l' 80% governato dall'attuale giunta ) il deficit sembra pari a 225 milioni di euro, beh, raggiungiamo i 700 milioni di euro.

il centrodestra farebbe bene a far silenzio e a spiegarci perchè e come proprio quest'anno la spesa sia cosi incredibilmente cresciuta, in quali voci.


Marco Espa (PD)

Consigliere




15 marzo 2010

MASTER&BACK: non e' accettabile quello che è successo stanotte a Cagliari

(AGI) - Cagliari, 15 mar. - I Consiglieri regionali del Pd Mario Bruno, Giampaolo Diana e Marco Espa chiedono le dimissioni dell'assessore regionale al Lavoro per "manifesta incapacita'" ad attuare una direttiva del Consiglio Regionale della scorsa settimana sul Master & Back. In una nota si ricorda che l'assemblea sarda, su proposta del centrosinistra, ha approvato un ordine del giorno, condiviso da tutte le forze politiche, che impegnava la Giunta regionale a reperire le risorse necessarie a finanziare tutti i circa 900 rientri del programma Master & Back per il 2009. Durante il dibattito in Aula, lo stesso assessore al Lavoro, - si legge in una nota - ha fornito ampie garanzie sulla disponibilita' delle risorse, recuperate dal Fondo Sociale Europeo di concerto con l'assessore alla Programmazione. Quanto successo questa notte e questa mattina, dove 200 giovani, molti dei quali accompagnati da genitori anziani sono stati costretti a dormire su una panca, bivaccando notte e giorno per poter semplicemente rendere esigibile un loro diritto non puo' in alcun modo essere accettato. E' dovuta persino intervenire la protezione civile e non si trattava di extracomunitari clandestini, ma dei giovani super specializzati del Master & Back, uno dei fiori all'occhiello della Sardegna di oggi. Non e' accettabile ne' pensabile che per disorganizzazione della pubblica amministrazione si trattino i cittadini come se fossero greggi o persone che tentano la fortuna alla pari di un gratta e vinci.

Perche' - prosegue la nota - nessuno della Giunta Regionale ha informato dei nuovi stanziamenti voluti dal Consiglio con la nostra mozione? Quanto accaduto e' di una gravita' inaudita; tra l'altro il dibattito in Aula aveva messo in evidenza il rischio che cio' potesse accadere, se non si fossero trovate le risorse per finanziare tutti i rientri.
I tre esponenti del Pd annunciano un'interrogazione urgente in Consiglio regionale sulla vicenda. (AGI) Red/Cog

12 marzo 2010

ESPA e DIANA (PD): emergenza umanitaria campo nomadi, intervenga ora, subito, la Protezione Civile

"Quello che è successo al campo nomadi, dove 7 persone, tra cui alcuni bambini,  hanno rischiato di morire non può, in alcun modo essere accettato. E' necessario un intervento immediato della Protezione civile". Così i consiglieri regionali Marco Espa (che è anche consigliere comunale del capoluogo) e Giampaolo Diana  del Partito Democratico sui fatti che sono accaduti al campo nomadi di Cagliari con l'interruzione dell'energia elettrica che ha interrotto ogni forma di riscaldamento. "Il Sindaco di Cagliari, persona seria, in prima persona deve farsi carico del problema subito, non è accettabile né pensabile che per disorganizzazione dei lavori si metta a rischio e vengano ignorati i diritti umani delle persone". La presa di posizione dei due esponenti del Pd non si ferma qui. "I prossimi giorni presenteremo un'interrogazione urgente in Consiglio regionale e così verrà fatto in Consiglio comunale per capire del perchè di questa situazione. Episodi come quello avvenuto a Cagliari non possono e non devono più ripetersi, non vorremo che un sotile retaggio xenofobo che purtroppo  attraversa spesso l'aula comunale considerasse la vita umana del popolo rom meno importante di altre". 





10 marzo 2010

Consiglio Regionale: interrogazione su ritardati rimborsi alluvione Capoterra e su disposizioni contraddittorie

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

    GRUPPO  PARTITO  DEMOCRATICO 

COMUNICATO  STAMPA 

Sulla presunta illegittimità  e palese ambiguità dei criteri disposti nelle determinazioni del novembre 2009 e gennaio 2010 relative alla concessione ed erogazione dei contributi  per i danni subiti dai cittadini di Capoterra,  in occasione dell'evento alluvionale del 22 ottobre 2008, il Consigliere regionale del PD Marco Espa ha presentato una interrogazione urgente al Presidente della Regione, all'Assessore dei Lavori Pubblici e all'Assessore dell'Ambiente rilevando appunto l'incongruenza della stesse determinazioni con le deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nel Novembre del 2008.

Espa nel documento evidenzia, infatti, il rischio di esclusione dall'assegnazione dei contributi per numerosi cittadini di Capoterra,  in quanto le loro domande sono state compilate su moduli predisposti dalla Protezione Civile - in piena emergenza e in condizioni di estremo disagio - e nei quali non era richiesto di indicare il livello dell'acqua raggiunto nei propri immobili danneggiati.

L'illegittimità delle determinazioni, secondo il Consigliere regionale del PD, sono da ricercarsi nel disconoscimento delle stesse di quanto previsto nelle deliberazioni della Giunta regionale n° 61/1 e 67/2 del novembre 2008 che, appunto, facevano salve le domande presentate antecedentemente alla stessa deliberazione e prodotte sui moduli predisposti dalla Protezione Civile.

Il Consigliere del PD chiede quindi  la revoca o la modifica delle determinazioni ed inoltre denuncia il non rispetto del disposto della legge regionale n° 15 del 2008 e della richiamata deliberazione n°61/1, relativamente all'erogazione del saldo delle somme ammesse a contributo. 
 

Cagliari 8 Marzo 2010  
 
 
 

N. __________

INTERROGAZIONE Marco ESPA, con richiesta di risposta scritta, sui criteri di applicazione delle determinazione n. 3371 del 25 novembre 2009, determinazione n. 3004 del 5 novembre 2009, determinazione n. 12 del 13 gennaio 2010, in particolare con riferimento ai cittadini residenti nel Comune di Capoterra, aventi per oggetto la "Concessione e erogazione dei contributi ai privati per danni subiti per danneggiamento e perdita dei beni mobili indispensabili e delle autovetture". Approvazione graduatoria definitiva dei beneficiari oggetto della compensazione. Elenco ammessi, Elenco esclusi, di cui L.R. n. 15/2008.

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     Il sottoscritto,

premesso che:

- nelle determinazione n. 3371 del 25 novembre 2009, determinazione n. 3004 del 5 novembre 2009, determinazione n. 12 del 13 gennaio 2010 pubblicate sul sito istituzionale della Regione Sardegna fanno riferimento ai criteri approvati con le deliberazioni della Giunta regionale n. 61/1 del 6 novembre 2008 e n. 67/2 del 28 novembre 2008 che prevedono quattro classi di contributi forfetari d ridurre del 30 per cento nel caso di abitazione non principale, comprensivi dell'eventuale danno subito dalle autovetture e delle minori spese di manutenzione ordinaria degli immobili danneggiati e in particolare:

    a) euro 15,000,00 per le abitazioni articolate su un solo livello nelle quali i livello dell'acqua ha raggiunto o superato la quota dì 100 cm, misurata a partire dal pavimento del piano terra;

    b) euro 10,000,00 per le abitazioni articolate su due livelli nelle quali il livello dell'acqua ha raggiunto o superato la quota dì 100 cm misurata a partire dal pavimento del piano terra;

    c) euro 8,000,00 per le abitazioni articolate su un solo livello nelle quali il livello dell'acqua ha raggiunto la quota compresa tra i 30 cm e 100 cm, misurata a partire dal pavimento del piano terra;

    d) euro 4.000,00 per le abitazioni articolate su due o più livelli nelle quali il livello dell'acqua ha raggiunto la quota compresa tra i 30 cui e i 100 cm, misurati a partire dai pavimento del piano terra;

considerato che nelle delibere n. 61/1 e n. 67/2 cui fanno riferimento le suddette determinazioni, al capitolo 3 ultimo capoverso è riportato quanto segue:

- per il comune di Capoterra sì ritengono validi i moduli già sottoscritti e presentati antecedentemente alla data della presente deliberazione;

- il Servizio protezione civile e antincendio provvederà immediatamente a classificare il contenuto di detti moduli secondo le fasce di rimborso previste nella presente deliberazione;

dato atto che tale precisazione contenuta nelle delibere n. 61/1 e n. 67/2 si rese necessaria in quanto i cittadini di Capoterra gravemente colpiti dall'evento alluvionale del 22 ottobre 2008, in piena emergenza e in condizioni di estremo disagio, compilarono i moduli predisposti dalla Protezione civile antecedentemente alla elaborazione dei criteri di cui sopra, moduli che non prevedevano l'indicazione dei cm d'acqua raggiunti all'interno delle abitazioni;

considerato che l'unico criterio indicato nei moduli prevedeva la sola distinzione tra mobili danneggiati o gravemente danneggiati o distrutti e l'indicazione del danneggiamento eventuale della autovettura del quale non si è successivamente tenuto conto nella redazione degli elenchi,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore dei lavori pubblici e l'Assessore della difesa dell'ambiente per sapere:

  1. come sia stato possibile che nella elaborazione delle determinazione n. 3371 del 25 novembre 2009, determinazione n. 3004 del 5 novembre 2009, determinazione n. 12 del 13 gennaio 2010 sia stata disconosciuta la direttiva delle deliberazioni n. 61/1 e n. 67/2 che non prevedeva, per i soli cittadini di Capoterra gravemente colpiti dall'evento calamitoso, la misurazione e applicazione della altezza raggiunta dall'acqua all'interno delle abitazioni;
  2. quali provvedimenti si voglia adottare per revocare in autotutela o modificare determinazioni e atti che mettono a rischio anche ignari cittadini che al momento non sono oggetto di tali criteri di valutazione dei danni subiti;
  3. come si intenda valutare l'ammissione a contributo per 5 richieste contributo ripristino beni immobili dichiarate inizialmente ammissibili ed escluse per ritardata presentazione oltre i termini previsti dalle deliberazioni n. 61/1 e n. 67/2 , aventi diritto sostanziale ma escluse appunto per un errore formale;
  4. come sia stata subordinata, a danno dei beneficiari, la erogazione del saldo finale dei contributi concessi per il ripristino dei beni immobili, alla effettuazione preliminare di controlli a campione (secondo una nota pervenuta al comune di Capoterra da Protezione civile). Nelle delibere n. 61/1 e nella legge regionale n. 15 del 2008 era previsto che il saldo delle somme ammesse a contributo venisse erogato legittimamente a presentazione delle fatture e indipendentemente dal ritardo dei controlli della pubblica amministrazione.

Cagliari, 8 marzo 2010

9 marzo 2010

Marco Espa: intervento in Consiglio Regionale sul Master & Back

Presidente, Assessori, Colleghi Consiglieri,

Vogliamo innanzitutto chiarire di chi e di cosa stiamo parlando.

Il Programma M&B è un programma innovativo e per certi versi rivoluzionario che premia il talento e il merito dei giovani laureati sardi. Nella sua prima fase il programma offre l'opportunità a coloro che vantano un buon curriculum accademico, di svolgere esperienze di tirocinio, master e dottorati di ricerca presso le aziende, gli enti di ricerca e le università più prestigiose del mondo, formarsi ai massimi livelli raggiungendo i più alti standard di preparazione e conoscenza. La seconda parte del Programma, chiamata Back, permette ai laureati, così formati nella prima fase, di rientrare in Sardegna attraverso un percorso che mira all'impiego in Sardegna delle professionalità acquisite, conferendo qualità alle aziende e partecipando in tal modo al processo di sviluppo sociale, culturale ed economico dell'isola.

Parlando delle persone, vorrei sfatare un luogo comune: non si tratta di giovani, né di studenti. Non stiamo parlando di diritto allo studio. Sono migliaia di persone che hanno concluso con successo gli studi universitari, che hanno intrapreso anche brillantemente una professione, che pur nelle precarietà del mondo del lavoro e della ricerca, spesso hanno provato coraggiosamente a mettere su una famiglia. Sono persone che ora, secondo quanto promesso dalla Regione Sardegna attraverso questo programma, vogliono portare le proprie competenze a beneficio dello sviluppo della nostra Isola.

Si tratta quindi di persone sulle quali le famiglie e la Regione Sardegna hanno già speso ingenti risorse durante tutto l'arco della loro formazione, dalla scuola primaria alla laurea, dalla laurea alla formazione d'eccellenza.

Sarebbe una follia e una scelta ingiustificata, contraria ad ogni logica di razionalità nella gestione delle risorse pubbliche e incomprensibile, agli occhi dell'opinione pubblica, dei contribuenti sardi, lasciare che queste risorse formate a spese nostre, vadano a creare valore in aziende ed enti di ricerca all'estero o comunque fuori dalla Sardegna.

In questa fase difficile, in cui è messo in discussione il modello di sviluppo tradizionale, che ha caratterizzato le opportunità delle generazioni passate, l'alta formazione può e deve rappresentare fondamentale strumento di sviluppo e crescita per l'immediato e prossimo futuro.
Proprio in quest'epoca in cui le multinazionali possono decidere in qualunque momento di abbandonare a se stessi interi comparti produttivi e interi territori per i capricci del mercato mondiale, per gli andamenti di un indice finanziario o per le oscillazioni del prezzo internazionale di una materia prima; in quest'epoca in cui questa classe politica non ha probabilmente in testa una idea forte e una politica di medio e lungo periodo sull'occupazione e lo sviluppo.

Qual è risposta, il segnale che le istituzioni possono dare? Come contrastare gli effetti più dannosi di queste decisioni che passano sopra le nostre teste? Possiamo iniziare con l'individuare nuove forme di capitalizzazione dell'economia che mettano radici, come è appunto il capitale che risiede nella testa e nelle mani dei sardi che si vogliono legare alla propria terra. In un tale contesto programmi come questo sono non certo una soluzione in sé, ma costituiscono una premessa e un inizio prezioso, un segnale che le istituzioni hanno il dovere di trasmettere. Un modello prezioso, perché basato sulla meritocrazia, quindi sulla validità della risorsa umana e sul prestigio del progetto formativo.

Ma qual è la prospettiva attuale per i laureati, per le aziende? Ritardi e incertezze nella pubblicazione dei bandi per l'alta formazione, per i tirocini e per i percorsi di rientro; la promessa disattesa da parte del presidente Cappellacci di aprire un nuovo bando per l'alta formazione entro il 31 dicembre 2009; l'aver fatto passare un anno e mezzo dall'ultima pubblicazione del bando di rientro, con la conseguente congestione del sistema che ha dato luogo alla eventualità di una corsa senza regole allo sportello dell'Agenzia del Lavoro per il finanziamento delle borse di rientro con la previsione di un bivacco di tutta la notte da parte dei laureati in via Is Mirrionis. Una prospettiva che solo nell'immagine che offre ci sembra un modo quantomeno bislacco di dimostrare che la Giunta Cappellacci crede nell'alta formazione, come più volte il Presidente ha dichiarato prima, durante e dopo la campagna elettorale del 2009. Un modo curioso anche di gestire il problema da chi oggi amministra il settore, che prevedendo il problema della calca e del bivacco ha dichiarato, salvo poi smentire con una nota, di aver predisposto una tenda riscaldata, delle transenne e dei generi di conforto a beneficio dei laureati e di aver allertato la Questura. Un programma di eccellenza trasformato quindi in un problema di ordine pubblico.

Andiamo avanti. Gran parte delle aziende sarde non conosce questo strumento, mentre lo conoscono bene gli enti pubblici, che intercettano la stragrande maggioranza dei percorsi di rientro (70% dichiarazione dell'ass. Manca) al solo scopo di parcheggiare i laureati negli organici per 1-2 anni senza alcuna prospettiva, mentre le aziende private che potrebbero assumere e stabilizzare prendono le briciole (30%). Perché questi soldi stanziati siano veramente un investimento mirato che vada a segno bisogna stabilire una selezione meritocratica in tutti i bandi collegati al master and back, compresi i percorsi di rientro, perché nell’ultimo bando del back è stato non solo calpestato il merito, ma si è visto saltare completamente il meccanismo di incontro tra domanda ed offerta tra laureati e aziende.

Bisogna disincentivare il ricorso ai co co pro da parte della pubblica amministrazione, portare dentro il progetto M&B la parte produttiva e più interessata dell’economia sarda, la piccola e media impresa.

Abbiamo avuto una gestione gravemente deficitaria da parte dell'Agenzia Regionale, che non tiene conto, nell'aggiudicazione delle borse, dell'altra variabile fondamentale: i tempi di erogazione. Abbiamo testimonianze di laureati meritevoli che davanti ai ritardi nella pubblicazione delle graduatorie ci dicono “la vera beffa sarebbe vincere la borsa e ricevere i soldi tra 3 o 4 mesi quando il master è già iniziato e non potrò prendervi parte”. Alle università, alle grandi aziende, agli enti di ricerca internazionali non interessano le faccende burocratiche dell'Agenzia del Lavoro della Sardegna. Molti non sanno nemmeno dov'è la Sardegna.

Ora ci troviamo qui a discutere per sanare una situazione di emergenza, che chiediamo venga affrontata responsabilmente, ma vogliamo che questa mozione sia un punto di partenza, non di arrivo. Vorremo vedere concretamente quanto questa maggioranza crede nella validità di questo programma. Non vorremmo che ancora una volta questo programma fosse lasciato alle decisioni prese al chiuso degli uffici di un’Agenzia del lavoro lenta e troppo spesso reticente rispetto al fabbisogno di tempi, di informazioni e di certezze che i laureati continuamente manifestano nel loro delicato percorso.

Chiediamo in oltre che la discussione in aula di oggi e la disponibilità dimostrata da tutte le parti politiche stabilisca la base di partenza per il dialogo futuro. Un dialogo che deve coinvolgere tutte le parti sociali che abbiano interesse affinché questo programma non si riduca a un ennesimo contributo a fondo perduto, ma possa essere vero motore per uno sviluppo alternativo dell’economia sarda. Affinché questo avvenga occorre che le criticità rilevate non siano lo sterile strumento di contrasto politico tra le forze politiche, ma diventino oggetto di confronto costruttivo e continuato tra coloro che pensano che è su queste basi sia possibile lavorare seriamente per il bene di tutto il popolo sardo.


Se questa giunta, se questa classe politica non riuscirà a dare una risposta a questi laureati sardi dovrà assumersi una duplice responsabilità:
La prima, non aver consentito alle imprese sarde di godere i vantaggi dell'inserimento di risorse ultra qualificate e formate in aziende, università e centri di eccellenza in tutto il mondo;
La seconda, dovrà rispondere alle migliaia di famiglie sarde, perché aver finanziato queste persone per partire senza permettere loro di rientrare, significa aver incentivato di fatto l'emigrazione di una nuova generazione di sardi; il che equivale alla responsabilità, insomma, di aver riportato indietro di 50 anni l'orologio della storia della Sardegna.

8 marzo 2010

162, INTERROGAZIONE SU RITARDI RIMBORSI AL COMUNE DI CAGLIARI

COMUNE DI CAGLIARI

Interrogazione urgente del Cons. Marco Espa

All'Assessore alle Politiche sociali 


Premesso che:


  • La legge 162/98 ha sancito il diritto delle persone disabili e delle loro famiglie a gestire in prima persona, attraverso servizi personalizzati e coprogettati, i finanziamenti loro assegnati e a pianificare il lavoro dei propri assistenti personali attraverso degli specifici "Piani personalizzati"; cioè si garantisce un'assistenza di qualità e spesso il loro il diritto a vivere una vita indipendente;

  • Fino al novembre u.s. il Comune di Cagliari è stato puntuale ed efficiente nel gestire i finanziamenti regionali per i Piani personalizzati in favore dei soggetti residenti nella nostra città.


Rilevato che:


  • Sulla stampa di oggi e sui mezzi radiofonici viene rappresentato un caso in cui si denuncia la grave situazione di due fratelli tetraplegici che da novembre non ricevono più l'assegno per l'accompagnatore previsto dalla legge 162 (rifinanziata nei giorni scorsi dalla Regione grazie anche ad una battaglia del Consiglio Comunale di Cagliari), e che, pertanto,oltre a non poter più svolgere nessuna attività sportiva e ricreativa hanno serie difficoltà economiche;

  • Abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da parte di famiglie nella medesima condizione che non ricevono più i contributi dal Comune e quindi non hanno le risorse sufficienti per pagare gli operatori professionali e i contributi previdenziali relativi. Questa situazione blocca di fatto i progetti, creando grande preoccupazione e estremo disagio in famiglie che stanno facendo ogni sforzo umanamente possibile per dare una dignità e una vita migliore ai propri figli.

Considerato che in questo caso la velocità di spesa del comune diventa essenziale per il raggiungimento degli obiettivi di benessere sociale.


Interrogo l'Assessore per sapere


  • quali sono i motivi amministrativi che hanno causato tali ritardi e qual è la situazione attuale;

  • quali misure si intendono adottare per porre rimedio e in che tempi si pensa di risolvere le difficoltà gravi che attanagliano le famiglie in un percorso così delicato che va sostenuto anche burocraticamente.

 

F.to Marco Espa

Cagliari, 8 marzo 2010

 

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Gruppo Consiliare PD - Partito Democratico al Comune di Cagliari.
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5 marzo 2010

comunicato stampa Espa Bruno: altri 14 milioni di euro contro i tagli alla 162


Bruno e Espa (Pd) : altri 14 milioni di euro stanziati per la legge 162, una vittoria delle famiglie.

In Consiglio regionale è stata vinta la battaglia per il sostegno alle persone con disabilità e le famiglie, con lo stanziamento di altri 14 milioni di euro per i piani personalizzati della 162. Siamo sempre la prima Regione in Italia: con questa legge stanziamo 120 milioni di euro e diamo respiro a 28 mila persone con disabilità e alle loro famiglie.

La maggioranza, da noi costretta ad esaminare la proposta con urgenza in Aula, avrebbe potuto mostrare più coraggio, inserendo tutte le risorse sufficienti: ma evidentemente ha altre priorità. Il Partito democratico e tutto il centrosinistra hanno combattuto per portare le risorse aggiuntive da 14 milioni a 28 milioni, con un emendamento che è stato bocciato in modo incomprensibile dal centrodestra. Ma siamo soddisfatti di ciò che è stato ottenuto. É un passo avanti molto importante.

Ma il risultato non è stato ottenuto soltanto grazie al lavoro portato avanti in Consiglio Regionale. Siamo convinti infatti che ogni euro stanziato in più sia merito delle battaglie e dell'impegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie in situazione di gravità: pacifiche ma determinate, si sono mosse a difesa dei propri diritti. Siamo orgogliose di loro.

Questa mobilitazione, con decine di enti locali che hanno approvato atti di protesta contro i tagli, ha condotto a questo primo importante risultato. È stato così salvaguardato il livello di assistenza sociale raggiunto in questi anni, dal 2001 ad oggi frutto di una battaglia di emancipazione dei diritti condotta dal basso, dalle famiglie che, anche in situazione di gravità estrema, vogliono prendersi cura dei loro cari in famiglia, rifiutando ogni logica di istituzionalizzazione.

La legge 162 non riguarda solo i diritti delle persone con disabilità: è un buon investimento ed è anche un risparmio per le casse della Regione: oggi il costo annuale per una persona non autosufficiente in residenza è pari ad una spesa di circa 22 mila euro. Quella stessa persona, con la legge 162, ha un costo massimo per le casse pubbliche di soli 14mila euro, un anziano grave di soli 5mila euro l'anno. Nell'anno in corso, grazie alla 162 si spendono per 2.795 anziani in condizione di grave disabilità circa 13 mil di euro, a fronte di una spesa complessiva di 61.210.500 euro se queste stesse persone fossero inserite in RSA con un risparmio evidente per le casse regionali.

Marco Espa, PD, Vicepresidente 7° Commissione sanità e politiche sociali del Consiglio Regionale

Mario Bruno Capogruppo del PD




Legge 162 - Ecco il testo del mio intervento in Consiglio Regionale contro i tagli ai progetti personalizzati

Abbiamo conquistato i 14 milioni di euro... ecco cosa abbiamo chiesto in aula.

Seduta n. 103 del 5 marzo 2010

Intervento dei consigliere on. Espa

Copia provvisoria non revisionata



Discussione del TU 121/122 Provvedimenti in favore delle persone con handicap grave di cui alla legge 162/98

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Espa, relatore di minoranza.

ESPA (P.D.), relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Io devo dire che sono molto soddisfatto che questa legge arrivi in Aula, perché mi sembra che le battaglie che sono state sostenute dalle comunità locali, dalle famiglie, dalle persone con disabilità, il movimento che c'è stato per chiedere il ripristino dei 1.000 euro per ogni progetto personalizzato, sia una battaglia importante che sta iniziando a far vedere i propri frutti. A me piace sempre ricordare – e lo ricordo – che questa legge non è una legge contro la povertà, è una legge che riguarda i diritti umani e la non discriminazione di sardi che sono in situazioni estreme. Quindi, per questo noi siamo attenti e siamo molto partecipi a questa situazione, perché è una legge che offra dei servizi personalizzati, e che, ricordo sempre, fin dalla sua origine, è stata sempre sostenuto in maniera bipartisan. Ecco, è una legge che, ricordo sempre, estremizza la sussidiarietà, questo concetto caro a molte persone, cioè che la pubblica amministrazione, attraverso questi contributi, che, ripeto, non sono contributi che vanno a persone o vano ad associazioni, ma sono contributi per veri servizi, quindi che comunque creano un percorso di lavoro per operatori professionali, è una legge che non fa sostituire l'istituzione alla famiglia. E' un discorso veramente importante per noi.

Vedendo un attimo il testo di questa legge: su questa legge noi abbiamo espresso in Commissione prudenzialmente un voto di astensione. Lo dico perché? Perché siamo – l'ho detto prima – molto soddisfatti del fatto che sono stati recuperati in questa prima fase 14 milioni di euro. Siamo soddisfatti che i mille euro vengano restituiti a tutta una fascia di progetti, una fascia di progetti che parte soprattutto dalle persone che sono in situazioni di maggiore gravità, ma riteniamo che questo passo non sia ancora sufficiente, quindi non siamo assolutamente contrari a questo modo di procedere, ma noi riteniamo che come si trovano le risorse, lo dico anche all'onorevole Steri che credo abbia avuto un ruolo importante nella definizione di questo processo che ha portato poi a questo risultato che credo sia un risultato di tutti, credo che i soldi, mi viene da dire in maniera molto cruda, i soldi si trovano per ogni cosa; io ritengo che anche la popolazione anziana, che non è in una situazione di estrema gravità, ma che anche la popolazione anziana debba avere riconosciuto il reintegro di questo taglio dei 1000 euro. Io so bene che c'è uno sforzo da parte di tutti, credo che gli enti locali si prendano le loro responsabilità e quindi contribuiscano a ripianare il deficit di questa legge, ma ritengo che gli enti locali, in questo momento, non siano in grado di poter sostenere questo impatto da ulteriori 14 milioni; per questo noi presenteremo un emendamento in Aula che, ancora una volta, chiede con responsabilità, è veramente lo dico questa volta senza nessuna acrimonia né polemica, rivendicando una battaglia sicuramente che è nostra, che abbiamo voluto fare, che il centrosinistra ha voluto condurre, ma che in questo momento mi sembra veramente possa trasformarsi definitivamente in una battaglia di tutti. Io devo dire che ho difficoltà a pensare al come giustificare, per la popolazione anziana che in questo momento ha avuto una riduzione di 1000 euro, mi viene difficile dire: "Non c'è nessun contributo aggiuntivo per questa popolazione", quindi, per quanto io abbia sempre detto, e lo ripeto ancora, che la legge numero 162 è una legge che nasce proprio come legge per le persone al di sotto dei 65 anni, non è una legge che nasce per tutti, ma in Sardegna, per una serie di motivi che io dirò subito, è stata estesa alla popolazione intera che abbia, ovviamente, questo tipo di certificazione, cioè la certificazione di disabilità. E io spiego perché, secondo me, Assessore, gentili colleghi, Presidente, conviene dare anche un po' di risorse per chiudere, fare l'ulteriore sforzo per fare in modo che la Sardegna rimanga la prima in Italia in questo settore, rimanga con questo segno di grande civiltà, una civiltà che porta a sostenere la famiglia lì dove risiede, e non la sostituisce, non mercifica anche l'amore della famiglia, ma gli dà un sostegno, non gli dà un contributo che permette di comprarsi la macchina nuova o di prendersi la tv a colori, ma da servizi che sono controllati dalle stesse famiglie. La famiglia, ricordiamo, ha il potere di scegliere gli operatori, di scegliere gli operatori con contratti diretti, c'è un sistema virtuoso, ripeto, che ha portato circa 14.000 posti di lavoro in questi anni, però io dico, perché anche per gli anziani, secondo me, in questo momento, poi l'anno prossimo rivisitiamo, perché probabilmente è giusto, io penso che bisogna fare il fondo per la non autosufficienza degli anziani, per tutti, per chi ha problemi e per chi ne ha meno, però, la questione anziani e sicuramente una questione diversa dagli scopi della numero 162, ma spiego perché questo strumento è utile anche in questo caso; perché, io lo voglio ricordare, e lo ricordo qui, in aula, che questo investimento di 10 anni che è stato fatto da, secondo me, un dato importante. Noi sappiamo che, per esempio, per i servizi di istituzionalizzazione, che ovviamente ci devono essere in Sardegna, non è che possiamo rimanere senza servizi di accoglienza per le persone, però il tasso della Sardegna rispetto alla popolazione è del 4,1 per mille, mentre la media nazionale e dell'8 per mille; c'è una differenza del 50 per cento, e noi ci chiediamo perché in Sardegna è così… solo perché non siamo stati capaci? Non è così! Perché ci sono 17.000 anziani che ricevono l'esigua somma di 5 mila euro all'anno, o anche meno, e in questa maniera sono vincolati, c'è il vincolo a non poter usufruire degli istituti. Quale è la differenza? La differenza è che con un investimento di 5000 euro all'anno la Regione non spenderebbe, e per esempio io ho fatto il caso di 2795 persone anziane in situazione di gravità, quindi quelli al di sopra dei cosiddetti 80 punti, per chi capisce la materia, cioè persone che sono o allettate, o veramente in una situazione di assoluta non autonomia, ma estrema, una non autonomia che hanno bisogno di compagnia, quindi che hanno bisogno di accudimento 24 ore su 24, e probabilmente anche con mezzi, con macchine respiratorie, io dico che con la numero 162 noi spendiamo 13 milioni di euro, per queste persone, le più gravi. Io l'ho già detto, e lo abbino alla questione che appunto l'istituzionalizzazione in Sardegna è crollata rispetto al resto d'Italia; perché? Perché queste 2795 persone sono tutte persone, e ripeto, non è questione di avere la certificazione di invalidità, è il loro stato che è stato certificato estremo, sono tutte candidate teoricamente a poter chiedere un posto in una residenza, quindi, questa è la questione. Allora, se questo processo parte, invece di spendere 13 milioni di euro, noi né spenderemo, senza neanche accorgercene, 61 milioni di euro, che vanno però tutti a carico della spesa del famoso capitolone della sanità da 3 miliardi di euro. Quindi, in un momento in cui parliamo anche di problemi di bilancio della sanità, io dico: "Attenzione!", perché noi, dare in questo momento e integrare risorse anche per gli anziani vuol dire fare prevenzione, com'è stato fatto in questi 10 anni, perché ripeto, il tasso del 4 per mille rispetto a quello nazionale dell'8 per mille, è un tasso perché è stato un investimento, e noi, ripeto, per ogni persona anziana che viene messa in residenza, la Regione spende 21 mila 900 euro all'anno, contro i 5 mila all'anno dalla legge numero 162. Questo perché? Perché è diventato quasi un processo spontaneo che oramai… all'inizio io mi ricordo, nel 2000-2001, per esempio, quand'eravamo qui, in Consiglio regionale a fare le battaglie, ci dicevano: "No, no, ma guardate che le famiglie sarde vogliono istituzionalizzare, le famiglie sarde non vogliono farsi carico né dei figli disabili, né degli anziani", ci dicevano questo nel 2000 in Consiglio regionale. E noi dicevamo: "Ma proviamo, sperimentiamo", e poi allora ci sono stati i primi 123 casi, sono diventati 1500 l'anno dopo, ad un certo punto sono esplosi a 4500 e tutti hanno capito che era una realtà, cioè che se la famiglia è sostenuta, ma con servizi che decide lei, allora si fa carico anche delle situazioni più difficili. Allora, io, pur condividendo tutto il percorso che è stato fatto fino adesso, e condividendolo fino in fondo, ritengo che anche su questa materia "anziani", che va rivista sicuramente all'inizio del nuovo processo di progettazione, noi dobbiamo fare in quest'Aula, se vogliamo, se ci riusciamo, uno sforzo ulteriore per fare in modo che anche gli anziani al di sotto dei 75 punti, con questo provvedimento abbiano una soddisfazione; questo io voglio dire, e lo voglio dire in questo momento non come persona che appoggia una parte, ma neanche come una persona che ha la voglia di voler sbandierare… io, ripeto, sono molto attento alle questioni della gravità estrema, quindi potrei dire: "Ma, vabbè, quelli che sono meno gravi, pazienza!", però, lo faccio proprio da un punto di vista quasi amministrativo. Sono convinto che noi, mantenendo questa impostazione in questa legge, riusciamo a dare risparmio alla spesa sanitaria in generale, e lo dico da amministratore. Certo che poi tanti colleghi chiedono: "Vogliamo vedere i dati, dobbiamo vedere tutti gli aspetti", vogliono avere un osservatorio di dati da avere per fare ragionamenti seri su questa legge, quindi si devono fare dei ragionamenti che non siano ragionamenti, lasciatemelo dire, un po' da bar, dove ognuno col senso comune pensa cosa è giusto e cosa non è giusto, ma abbiamo 10 anni di esperienza di governi che si sono succeduti, e che hanno una mole di dati che ci permette di fare un'analisi approfondita. Devo dire subito che sono totalmente d'accordo sui controlli, quindi sul comma numero 1, ma non lo dico perché in questa legge ci sono imbroglioni in più rispetto ad altre attività produttive, lo dico perché che se ci sono i controlli noi favoriamo le persone che hanno ancora più bisogno, quindi i controlli, secondo me, sono doverosi. Già adesso, la legge, ha un meccanismo di autocontrollo, perché comunque le persone che non hanno veramente bisogno, o grandi disabilità, scendono giù in classifica, e quindi sono facilmente rintracciabili per capire chi è che sta in qualche maniera creando delle difficoltà, però stiamo parlando di decine di casi su 28.000, quindi, per questo l'esperienza rappresenta un'esperienza che va rafforzata, va implementata, va verificata, ma va anche giornata in maniera positiva, perché se questo Consiglio, se la Commissione preposta aprirà una sessione di lavori su questo tema, scoprirà quanto può essere virtuoso stanziare risorse che in realtà sono veramente degli investimenti che abbassano anche la spesa sanitaria. Ecco, quindi, questo volevo dirlo proprio perché la nostra posizione è questa: noi vorremmo proporre all'Aula, proponiamo convintamente all'Aula in un emendamento il fatto che riusciamo a coprire i 14 mila euro successivi. Allora questo io lo devo dire perché sempre ci viene fatta un'osservazione: "non possiamo far crescere la spesa all'infinito", e io dico che questo è molto vero, infatti ho già proposto che seriamente come si fa per materie economiche, come si fa per materie ambientali, ci si riunisca a entrare nel merito anche da un punto di vista tecnico, ma non parlo di tecnico quando parlo di persone con disabilità. Io non credo – lo dico, scusate colleghi medici – al potere esclusivamente che i medici sanno come si fanno queste cose; io credo che il sapere sociale e la politica, in questo caso, tutti ci fa diventare esperti. Non esistono i disabili di questo consigliere o di quel consigliere. Questa materia appartiene a tutti perché – lo voglio ricordare e lo abbiamo detto – il trend della crescita della popolazione anziana, che ci piaccia o non ci piaccia, quando noi saremo anziani aumenta del doppio in pochi anni; fra vent'anni sarà aumentato del doppio. Quindi la questione sociale della non autosufficienza grazie a Dio noi la stiamo affrontando da dieci anni, abbiamo un'esperienza importante che abbiamo finanziato e dico non con sacrificio, ma l'abbiamo finanziata creando una prevenzione che in altre regioni italiane, dalla ricca Lombardia, che gli facciamo un baffo – scusatemi, Presidente, non dovevo usare questo termine –, all'Emilia-Romagna, alla Campania, al Piemonte stesso, noi in questa regione diamo lezioni a chiunque su questo argomento, però, attenzione, da questo punto di vista sappiamo che siamo in vantaggio perché quando fra vent'anni la popolazione anziana sarà aumentata del 50 per cento, e la demografia dirà questi dati, noi dovremo affrontare emergenze che siamo già in grado adesso di accogliere. Per quello noi insistiamo spesso da un punto di vista contabile che siamo contrari ai tagli in questa materia, ai tagli parlo – come è già è stato detto, sono cose che sono notorie – i fondi sono aumentati, lo sappiamo, sono passati da 95 milioni di euro a 105 milioni di euro in quest'anno aumentando le domande. Voglio ricordare che anche negli anni precedenti c'erano stati ulteriori passaggi di raddoppi di casi da un anno all'altro. Ecco, su questo ci sono due materie; una è la materia dei controlli, e io ricordo ancora, continuo a fare l'appello che abbiamo fatto anche come centrosinistra, che l'Assessorato, anche se non ha poteri diretti perché i poteri sono più del Ministero, veramente dica che le commissioni che danno l'invalidità per la "104", quindi per la legge numero 162, non possono darla a chiunque. Su questo, attenzione, diventa il malcostume che c'è stato per le pensioni di invalidità. La "104" è una cosa seria, destinata alle persone con disabilità, non a chiunque, non alle persone che, come dire... adesso non voglio entrare nel merito. Quindi lì bisogna fare il primo atto di prevenzione. La seconda cosa, però, è rafforzare, rafforzare perché attraverso queste procedure noi siamo convinti che si risparmi.

L'ultima questione voglio ricordare, proprio perché siamo profondamente convinti che bisogna dare risposte perché sono risposte che riguardano gli investimenti e non l'assistenzialismo, è ancora una volta un forte appello e richiesta forte a questa Giunta, all'Assessore che dica al Governo nazionale nei tavoli a cui partecipa con estrema forza, se poi c'è bisogno di un appoggio dell'Aula noi siamo pronti a darlo, che non è possibile che il Governo nazionale tagli continuamente le risorse alle Regioni per la non autosufficienza. Come voi sapete il Governo nazionale ha deciso che l'anno prossimo ci saranno 100 milioni in meno. Il Governo nazionale stanzia per tutta Italia 400 milioni di euro per la non autosufficienza. Ecco, l'anno prossimo ha deciso di tagliare. Allora su questo il nostro Assessore, il nostro Presidente se veramente vuole andare con la schiena dritta deve dire... questa questione è una questione che riguarda tutti, non è un problema della Sardegna – e noi ovviamente facciamo la nostra parte e lo facciamo con orgoglio che mettiamo risorse nostre per non avere difficoltà in futuro–, noi dobbiamo chiedere che sia una tematica, che non ci sia il Ministro dell'economia che prevalga rispetto a chi, perché noi sappiamo che non siamo solo noi del P.D. e non solo noi della sinistra a combattere in Parlamento perché ci sia un rafforzamento di questi fondi, ma purtroppo in silenzio molti parlamentari del centrodestra insistono perché questa tematica venga compresa non tra le tranche dell'assistenzialismo, ma nelle tranche dell'investimento, proprio perché nessuno vuole smantellare un sistema sociale e un sistema di sicurezza sociale che ci rafforza; nessuno vuole finire come negli Stati Uniti, dove adesso si sta cercando di rimediare; nessuno vuole fare in modo che ci siano fasce immense della popolazione senza assistenza e nessuno pensa, qui dentro almeno, io ne sono convinto, noi ne siamo convinti, che ha la vista corta e quindi non guarda cosa succederà fra dieci anni, cosa succederà tra vent'anni. Quindi, io da questo punto di vista ho la convinzione che possiamo dare risposte a tutti, bene, quindi noi siamo molto favorevoli a che vengano reintegrati a tutta una serie di categorie, come le persone al di sotto del 65 anni, i 1.000 euro per le persone, come è scritto nel testo, da 64 a 100 punti, che venga dato il 65 per cento alle persone con gravità maggiore, che venga dato il 100 per cento agli anziani al di sopra, quindi con gravità, restituire i 1.000 euro a quelli al di sopra dei 75 anni, ma riteniamo che per la fascia degli anziani al di sotto dei 74 punti di gravità secondo noi, per le motivazioni che ho detto prima, crediamo che quest'Aula debba fare un breve ragionamento, deve capire di fare un ulteriore sforzo per poter veramente uscire poi unitariamente con dignità da quest'Aula sapendo di aver fatto un fatto importante che condiziona il benessere di migliaia di sardi, nel senso che gli dà un vantaggio in più. Noi favoriamo il benessere di migliaia di sardi. Quindi questo, come dire, è il percorso che noi indicheremo a quest'Aula attraverso la discussione generale ma anche attraverso poi l'emendamento che abbiamo presentato.

4 marzo 2010

Prime novità! Legge 162 , arrivano ulteriori 14 milioni di euro, stamattina in Commissione Sanità, domani ci riproviamo....!

CARISSIMI LA BATTAGLIA CONTINUA E COMUNCIA AD AVERE I PRIMI EFFETTI!
Questo che vedete qui sotto è il testo non ufficiale approvato in commissione sanità del consiglio regionale dove vengono stanziati altri 14 milioni di euro per i piani personalizzati della 162! E' una prima soddisfazione dovuta alle battaglie di tutti coloro che si sono spesi per il reintegro dei 1000 euro.
Noi comunque non abbiamo votato a favore, ci siamo astenuti, (un modo di dire "benissimo mettere risorse ulteriori e anche consistenti in campo ma non ci bastano").
Noi (senza ovviamente rinunciare a qualunque risorsa in più che arrivi a beneficio dei cittadini in situazione di gravità) insistiamo e in aula domani presentiamo un emendamento che stanzia ulteriori 14 milioni di euro per completare il reperimento dei fondi. Lo vedete qui sotto.
La parola domani all'aula del Consiglio Regionale... Non molliamo...!
Ciao Marco Espa


Testo unificato proposta di legge "provvedimenti a favore di persone con handicap grave di cui  alla legge 21 maggio 1998, n.162"

Testo non ufficiale – approvato in commissione VII sanità politiche sociali  con il voto di astensione del centro sinistra

Art. 1 

  1. l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale predispone annualmente un programma nel quale è disciplinata la verifica, anche a campione, per accertare la sussistenza dei requisiti previsti per l'accesso ai benefici della legge n.162 del 1998"
 
  1. per l'anno 2010:
  1. I piani personalizzati per gli interventi a favore dei minori e adulti con meno di 65 anni valutati da 64 a 100 punti, di cui alla Delibera di Giunta regionale n.55/33 del 16 dicembre 2009, sono finanziati con gli importi massimi previsti dalla deliberazione n.28/16 del 1.7.2005, e con le medesime modalità.
  1. I piani personalizzati per gli interventi a favore dei minori e adulti con meno di 65 anni valutati da 63 a 01 punti, finanziati con la Delibera della Giunta regionale n.55/33 del 16 dicembre 2009, sono integrati da un finanziamento pari a 650 euro per piano.
  2. I piani personalizzati per gli interventi a favore di persone ultra sessantacinquenni valutati da 65 a 100 punti, finanziati con la Delibera della Giunta regionale n.55/33 del 16 dicembre 2009, sono finanziati con gli importi massimi previsti dalla deliberazione n. 5/17 del 22.1.2009 e con le medesime modalità".

Art.2

1. Gli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge per l'anno 2010 sono valutati in euro 14.000.000.

2. nel bilancio della Regione per l'anno 2010 sono apportate le seguenti variazioni:

in aumento

UPB S05.03.007

Provvidenze a favore di soggetti con disabilità e loro associazioni

2010 euro 14.000.000

Mediante incremento del capitolo SC05.0673

In diminuzione

UPB S08.01.002

FNOL parte corrente

2010 euro 14.000.000

Mediante riduzione della riserva di cui alla voce 2 (DDL concernente interventi  a favore del sistema istruzione e formazione professionale) della tabella A allegata alla legge regionale 28 dicembre 2009, n.5 (legge finanziaria 2010)

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il nostro emendamento che porteremo in aula domani per recuperare gli altri 14 milioni di euro


Presentatori dell'emendamento: ESPA - BRUNO – CARIA – MARIANI - MELONI Valerio

 

x Sostitutivo parziale

 Soppressivo parziale

 Sostitutivo totale

 Soppressivo totale

 Aggiuntivo


Art. 1

Il comma 2 è sostituito dal seguente:

Ad integrazione delle risorse previste dalla Delibera di Giunta regionale N.55/33 del 16 dicembre 2009, è autorizzata la spesa per l'anno 2010 di euro 28.351.000 destinati al reintegro di 1.000 euro per ciascuno dei progetti già approvati e finanziati ai sensi dei programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità , di cui alla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla L. 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) (UPB S05.03.007);



Copertura finanziaria

In aumento

UPB S05.03.007 Capitolo SC05.0673

Euro 14.351.000

In diminuzione

UPB S05.01.001

Euro 14.351.000




Cagliari, 5 marzo 2010